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Troppi pesticidi in spezie e verdure provenienti dall’Asia. Alzare la guardia sugli importatori

6 Dicembre 2016 da dagata

Troppi pesticidi in spezie e verdure provenienti dall’Asia. Alzare la guardia sugli importatori

Residui di pesticidi sono presenti in quasi la metà del cibo consumato in Europa, ma soprattutto entro i limiti di legge e, probabilmente, non hanno nessun effetto sulla salute. Ma da recenti controlli alle frontiere effettuati tra il 2012 e il 2015 dall’Ufficio federale svizzera della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV), in collaborazione con l’Amministrazione federale delle dogane e le autorità cantonali preposte al controllo delle derrate alimentari, in un terzo di alcune specie di spezie e verdura fresca provenienti dall’Asia sono state riscontrate concentrazioni troppo elevate di pesticidi. A presentare i tassi più elevati erano derrate provenienti da Vietnam e Cambogia e tra i prodotti, i meno rispettosi del limiti erano cipolline primavera (nel 57% dei casi), erbette fresche (39%), spinaci e simili (39%), cavoli cinesi (37%) e peperoni e peperoncini (34%). I motivi alla base delle irregolarità riscontrate in un terzo dei campioni analizzati sono diversi. Da un lato, nei Paesi asiatici da cui provengono le derrate esaminate, le buone pratiche di fabbricazione non vengono in parte rispettate: per esempio sono impiegate sostanze attive non più ammesse in Europa. Dall’altro, alcuni importatori non adempiono con la dovuta serietà all’obbligo legale del controllo autonomo. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il solo fatto che si trovino ancora prodotti alimentari messi in commercio sul mercato unico che presentano quantità di pesticidi oltre i limiti di legge deve far riflettere perché evidentemente gli sforzi fatti a partire dalla tracciabilità dei beni non sono ancora serviti, mentre tanti altri devono essere fatti per obbligare l’UE ad abbassare ulteriormente le soglie legali sulle dosi di prodotti e sostanze chimiche. Per ovviare, è necessario adottare una serie di misure. Ad esempio, d’ora in poi gli importatori i cui articoli sono stati ripetutamente oggetto di contestazione dovranno notificarne l’arrivo in modo da poter sottoporre la merce ad analisi; spetterà loro, inoltre, rafforzare l’autocontrollo.

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