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Dal Gold Standard alle valute fiat e la nascita dell’inflazione

30 Maggio 2025 da comproorosubitofirenze

Conosciuto come Gold Standard, questo sistema garantiva che ogni unità monetaria fosse convertibile in una quantità fissa di oro, conferendo alla moneta un valore intrinseco e stabile. Ma nel corso del Novecento, eventi geopolitici, pressioni economiche e nuove visioni macroeconomiche portarono al progressivo abbandono di questo sistema, aprendo le porte a un’era di valute fiat e, con essa, alla nascita e diffusione dell’inflazione come fenomeno strutturale. In questo cambiamento ha perdere di valore sono state le valute e non certo il prezioso metallo giallo essendo ancora oggi io bene rifugio per eccellenza oltreché un alternativa alle valute stesse essendo molto facile da convertire in denaro al bisogno presso operatori come questo compro oro Firenze.

Il Gold Standard: ordine e disciplina
Il Gold Standard, nella sua forma classica, fu adottato nel XIX secolo e trovò la sua massima espansione tra il 1870 e il 1914. In quel periodo, i paesi industrializzati fissavano il valore della loro moneta in oro, garantendo la convertibilità a un tasso fisso. Questo sistema assicurava stabilità dei cambi, equilibrio nella bilancia dei pagamenti e disciplina fiscale, in quanto la quantità di moneta in circolazione era direttamente limitata dalle riserve auree.

Tuttavia, il sistema era rigido e poco flessibile. Durante le guerre mondiali, molti Stati sospesero la convertibilità per finanziare la spesa bellica, stampando moneta oltre i limiti imposti dalle riserve auree. Questo portò a forti squilibri e segnò l’inizio del declino del Gold Standard.

Bretton Woods e l’illusione della stabilità
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, le principali potenze mondiali si riunirono nel 1944 a Bretton Woods per ridisegnare il sistema economico globale. Fu deciso che le valute sarebbero state ancorate al dollaro americano, il quale, a sua volta, sarebbe rimasto convertibile in oro a un tasso fisso di 35 dollari l’oncia. Questo sistema ibrido prese il nome di Gold Exchange Standard.

Negli anni successivi, però, gli Stati Uniti iniziarono a sostenere enormi spese, soprattutto per la guerra in Vietnam e per i programmi sociali interni, senza un corrispettivo aumento delle riserve auree. Il mondo si riempì di dollari non coperti da oro, minando la fiducia internazionale nel sistema. Nel 1971, il presidente Richard Nixon decretò la fine della convertibilità del dollaro in oro, ponendo formalmente fine al sistema di Bretton Woods.

L’era delle valute fiat
Con la fine del legame tra denaro e oro, le monete divennero valute fiat, ossia strumenti di pagamento privi di valore intrinseco, sostenuti unicamente dalla fiducia nella stabilità dell’economia e nella capacità dello Stato di gestirne il valore. Le banche centrali ottennero maggiore libertà nel controllare l’offerta di moneta attraverso politiche monetarie attive.

Ma questa libertà portò con sé anche nuovi rischi. La possibilità di creare moneta senza vincoli materiali facilitò la spesa pubblica e l’espansione economica, ma rese anche più facile l’eccesso di liquidità, aprendo la strada all’inflazione. L’inflazione, che prima era un fenomeno raro e localizzato, divenne un elemento strutturale dell’economia moderna.

Inflazione: da nemico invisibile a problema globale
Negli anni ’70, il mondo assistette a una grave crisi inflazionistica, in parte alimentata dallo shock petrolifero, ma anche favorita dalla stampa incontrollata di moneta da parte dei governi. I prezzi al consumo salirono vertiginosamente, erodendo il potere d’acquisto dei salari e mettendo in crisi il risparmio.

Le banche centrali, a partire dalla Federal Reserve sotto la guida di Paul Volcker negli anni ’80, iniziarono a considerare la lotta all’inflazione una priorità assoluta. Questo portò a un nuovo paradigma in cui la gestione dell’inflazione divenne il principale obiettivo delle politiche monetarie.

Conclusione
Il passaggio dal Gold Standard alle valute fiat ha rappresentato una svolta epocale nella storia economica. Da un sistema rigido ma stabile, si è passati a un contesto più flessibile ma esposto a nuovi rischi, tra cui l’inflazione. Oggi, le banche centrali svolgono un ruolo cruciale nel mantenere la fiducia nelle valute e nel contenere le spinte inflazionistiche, in un equilibrio sempre delicato tra crescita, stabilità e controllo del denaro.

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