Cerca:
comunicati-stampa.biz
 Login | RSS |

Comunicati stampa

Ogni giorno tutte le informazioni aggiornate dal Web. Richiedi gratuitamente la pubblicazione del tuo comunicato.
Ti trovi su: Home » Weblog » Varie » Blog article: Malattia professionale da “mouse”.Risarcito dall’Inail impiegato per i danni al braccio per l’uso ripetitivo del mouse | Comunicati stampa

Malattia professionale da “mouse”.Risarcito dall’Inail impiegato per i danni al braccio per l’uso ripetitivo del mouse

15 Giugno 2013 da dagata

Malattia professionale da “mouse”.Risarcito dall’Inail  impiegato  per i danni al braccio per l’uso ripetitivo del mouse. La «sindrome pronatoria» da “overuse” accertata a carico del lavoratore con incidenza invalidante al 15 per cento come una vera tecnopatia

 

Riconosciuta come malattia professionale la tecnopatia da mouse. Decorsi i termini  per  il ricorso in Cassazione con conseguente passaggio in giudicato della sentenza della Corte d’appello dell’Aquila che riconosce all’impiegato l’indennizzo Inail per la malattia professionale riportata a causa dell’uso ripetitivo della periferica collegata al personal computer della sua postazione. L’impiegato deve dunque ottenere dall’istituto previdenziale la prestazione di cui all’articolo 38 del decreto legislativo 38/2000 laddove la patologia lamentata per l’overuse del mouse mostra un’incidenza invalidante al 15 per cento. Il diritto in questione  era già stato sancito dalla sentenza 990/12, del tribunale di Pescara.

Secondo la decisione si può ritenere connessa al servizio la patologia che ha colpito l’impiegato della banca costretto a smanettare tutti i giorni davanti al monitor del computer aziendale. E infatti la tecnopatia è una malattia professionale che può essere contratta anche a seguito dell’utilizzo di uno strumento in maniera lenta e protratta nel tempo. La CTU in primo grado ha stabilito che tale malattia è stata determinata da «fattori morbigeni» cui l’impiegato bancario è stato esposto nell’esercizio della sua abituale attività lavorativa.

Per Giovanni D’Agata, presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, si tratta di una prima importante decisione in cui si riconosce la tecnopatia come malattia invalidante che scaturisce dall’uso massivo e ripetitivo di strumenti tecnologici. Insomma anche i moderni “Fantozzi” possono essere tutelati.

Inserito in Varie | Nessun Commento »

Lascia un commento

Nota bene: I commenti saranno soggetti a moderazione.