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RASFF: frammenti di vetro finiti nel sugo

23 Agosto 2019 da dagata

RASFF: frammenti di vetro finiti nel sugo. L’UE da poche ore ha attivato un avviso di sicurezza per frammenti di vetro in salsa di pomodoro dall’Italia. Prodotto ritirato dal mercato europeo ma non in Italia

Tra le esportazioni di prodotti alimentari dall’Italia, scatta di nuovo un’allerta alimentare con conseguente comunicazione di richiamo immediato da parte del distributore. Il sistema di allerta rapido per gli alimenti e i mangimi europeo (RASFF), infatti, poche ore fa, ha attivato un avviso di sicurezza per presenza di frammenti di vetro in salsa di pomodoro proveniente dall’Italia e commercializzata in Svezia, segnalando l’allerta sul sito web del sistema di allarme rapido europeo oltre ad avere diffuso un comunicato stampa. Nell’avviso 2019.2987 del 20/08/2019 però, si parla solo di “salsa di pomodoro proveniente dall’Italia e venduta in Svezia” senza che siano stati comunicati nè il produttore nè il distributore in Italia, evidenzia lo “Sportello dei Diritti”. In attesa che il Ministero della salute comunichi sul suo sito web, nella sezione “Avvisi di sicurezza” la provenienza del prodotto in questione con la corretta identificazione della marca, si coglie l’occasione per ricordare che è sempre bene prestare attenzione quando si apre una confezione di salsa di pomodoro, poichè c’è la possibilità concreta che diversi lotti di prodotto siano già nelle dispense di casa nostra e vengano consumati nei prossimi giorni, senza poter reagire. Infatti, ingerire un corpo estraneo, può costituire sempre un pericolo per la salute umana. In ogni caso, per chi si trova in cucina, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” è sempre bene verificare visivamente il contenuto dei prodotti acquistati per evitare qualsiasi tipo di conseguenza di questo tipo. Per tali evidenti ragioni, diffondere la notizia è una questione di rispetto nei confronti dei cittadini. In altri Paesi europei le notizie di allerta vengono divulgate in rete da parte delle stesse aziende o da parte delle autorità sanitarie che le raccolgono e le diffondono. Ma in Italia ciò non accade con la stessa velocità. Il caso fipronil docet.

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