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I crimini informatici sono la nuova frontiera delittuosa.

24 Dicembre 2007 da alessio

Finora eravamo abituati a considerare la criminalità come qualcosa di strettamente legato al territorio. Racket, furti, rapine, estorsioni, omicidi, contrabbando, traffico di droga, prostituzione, violenze sessuali sono le tipiche azioni criminali alle quali abbiamo assistito finora. Con Internet lo scenario è cambiato. La Rete ha ampliato i confini dello spazio e del tempo e la piaga del crimine ha iniziato ad affligere anche questa nuova dimensione. Negli ultimi anni si registra una crescita dei reati informatici e in particolare si prevede un aumento delle minacce dirette al sistema operativo Windows Vista e degli attacchi VoIP. Crescerà anche il numero di trojan, le spie informatiche in grado di rubare le password indirizzate. Gli esperti concordano nel puntare a definire un profilo del computer criminal.
Come per i reati tradizionali è fondamentale sapere cosa c’è dietro all’azione delittuosa. Esistono diverse classi di cybercriminali:
“script kid” – sono persone che non hanno grandi competenze, ma utilizzano codici scritti da altri per compiere i loro crimini;
“pofessional criminal” – sono veri e propri esperti che utilizzano strumenti sofisticati per delinquere in Rete, spesso appartengono ad organizzazioni;
“occasional criminal” – diventano criminali per caso spinti da motivazioni diverse. Non sono esperti ma possono essere molto pericolosi in quanto combinano la criminalità informatica con quella tradizionale.
Questo scenario di nuova criminalità ha ispirato la penna di Gianfranco Virardi, che ha ambientato il suo romanzo thriller nel mondo delle chat. Non a caso il libro si intitola “Nickname” ed è disponibile anche su IBTS. La storia racconta di una mente criminale che si aggira in cerca delle sue vittime e dei suoi assassini nelle chat.
Mentre gli esperti studiano a fatica ciò che spinge a delinquere sul web, incontrano la reticenza delle vittime a denunciare i crimini che hanno subito. Basta pensare a quante volte riceviamo e-mail a scopo di truffa e non facciamo nulla, se non gettarle nel cestino del nostro desktop. Cosa diversa avverrebbe se qualcuno ci contattasse per strada o via posta cartacea per tentare lo stesso tipo di truffa.

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