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Osservatorio Findomestic annuale del 2011

6 Dicembre 2011 da TSW_PRESS

Questi sono i principali risultati della diciottesima edizione dell’Osservatorio annuale di Findomestic Banca, società leader nei prestiti e finanziamenti, presentato oggi a Milano presso lo STARHOTELS ROSA GRAND  di Piazza Fontana.
Secondo lo studio, condotto congiuntamente con Ipsos, gli italiani vivono uno stato d’animo di sfiducia e incertezza, dominato dalla sensazione di impossibilità alla programmazione. Molti si sentono infatti impotenti e “paralizzati” e, sollecitati a immaginare il futuro, mostrano di avere più “speranza” che “voglia di lottare”.
Il 53% degli italiani tra i 24 e i 59 anni è pessimista circa la situazione economica personale: il 31% prevede peggioramenti nei prossimi 3 anni e il 22% ha rilevato peggioramenti negli ultimi 12 mesi e ritiene che la situazione non cambierà nel futuro prossimo. Questo stato di cose influenza le aspettative e i desideri degli intervistati: ben il 78% si augura una vita tranquilla, senza serie preoccupazioni.

Solo il 37% degli intervistati tra i 24 e i 59 anni è riuscito a risparmiare parte del reddito negli ultimi 12 mesi; la situazione peggiora tra i 45-59enni, poiché in questa fascia di età solo il 27% ha risparmiato, a conferma del fatto che la situazione critica dei giovani si ripercuote sulle abitudini della generazione precedente. Sono infatti i genitori i principali finanziatori dei figli.

Di fronte alla crescente disoccupazione, alla riduzione del potere d’acquisto e a un clima sociale d’incertezza, la maggioranza ha modificato il proprio stile di vita rispetto al passato.
Considerando sia gli ultimi 12 mesi, sia il prossimo anno, si rileva che ben il 76% degli intervistati ha contratto o contrarrà i consumi, mentre solo l’8% ha accresciuto o accrescerà gli acquisti. Sollecitati circa un’eventuale uscita dalla crisi, ben il 46% degli intervistati ritiene che la situazione comunque non tornerà quella di prima: gli italiani modificheranno il proprio modus vivendi, evitando gli sprechi e ponderando maggiormente le spese. Il 40% degli italiani, invece, dichiara di mantenere la speranza di superare la crisi ed afferma che in futuro torneremo a fare acquisti come facevamo prima. La ricerca evidenzia come i più abbienti continuino ad acquistare prodotti di fascia alta, riducendo eventualmente la frequenza e la quantità degli acquisti, mentre i meno abbienti, oltre ad acquistare meno e meno spesso, sono costretti a ripiegare su prodotti di fascia più bassa. Stando alle dichiarazioni degli italiani, i tagli e le rinunce sono ricaduti soprattutto all’interno delle voci “ristoranti e bar,  “tempo libero” e “abbigliamento”.

Gli italiani tra i 24 e i 59 anni hanno ridotto la netta maggioranza delle spese per le principali categorie merceologiche negli ultimi 12 mesi: molti acquisti sono stati rimandati nel tempo, ad altri si è rinunciato definitivamente; gli acquisti congelati – ossia quelli per i quali si è deciso di aspettare un momento più propizio per l’acquisto – sono relativi in primis alla sfera della tecnologia (tablet, e-book, robot domestici, hi fi) e della casa (immobili, anche tramite mutui).
Stimolati a immaginare uno scenario futuro ipotetico senza le banche, da molti additate come la causa scatenante la crisi, gli intervistati descrivono visioni catastrofiche con il  rischio di una perdita del sistema delle regole e di una proliferazione di usurai e della diminuzione delle vendite di beni costosi
.

Riflettendo poi sul ruolo futuro del denaro, gli italiani si immaginano una progressiva perdita del suo valore. Di fronte al variare del prezzo di un bene a seconda del canale di vendita, di fronte all’inflazione e ai giochi della finanza con capitali che lievitano o si svalutano dal giorno alla notte, si fa largo l’opinione che non esista più un valore intrinseco, autonomo ed assoluto delle cose ma un valore condizionato, relativo e quindi inaffidabile. Si spiega così la perdita di realtà del denaro e la conseguente crescita di scambi di beni e servizi con il baratto per il quale il web gioca un ruolo fondamentale

I mercati

L’evoluzione del contesto economico osservata nel 2011 e le conseguenti difficoltà che le famiglie italiane si sono trovate ad affrontare continuano a penalizzare la spesa per veicoli. Gli acquisti calano in tutti i comparti e tiene solo il comparto dell’auto usata. Senza agevolazioni governative cresce la quota di auto diesel sul totale delle immatricolazioni, mentre frena la domanda di auto ad alimentazione alternativa. La quota del GPL è in forte caduta e cresce quella delle auto elettriche, unico segmento ad evidenziare volumi in aumento nel 2011.
Per quanto riguarda le cilindrate il segmento che si riduce maggiormente nel 2011 è quello tra i 1.300 e i 1.550 cc, lo stesso che ha beneficiato degli incentivi negli anni scorsi.
Se la domanda delle famiglie mostra una forte contrazione, il segmento business, che aveva registrato una netta flessione dei volumi nel 2009, continua a recuperare quanto perso con la crisi.

Anche il mercato dei motoveicoli evidenzia nel 2011 una nuova marcata flessione, sia in termini di fatturato che di vendite, posizionandosi su volumi sempre più modesti, quasi dimezzati rispetto agli anni che hanno preceduto la crisi. Pesano sull’andamento negativo del comparto l’assenza di incentivi, la contrazione dei redditi delle famiglie e la situazione problematica dei giovani, sempre più vittime della crescente disoccupazione. La flessione interessa sia i ciclomotori, che il comparto del targato. Il segmento degli scooter continua a contrarsi in maniera più significativa rispetto al totale delle moto, con riduzioni molto forti soprattutto tra i 126 e i 250 cc di cilindrata.
L’unico segmento che tiene nel 2011 è quello delle moto da “turismo” di alta cilindrata destinate ad un target di popolazione meno colpito dalla crisi dei redditi e dell’occupazione.

La crisi economica e il persistente clima di incertezza inducono le famiglie a rinviare l’acquisto di beni non strettamente necessari pur in presenza di prezzi calanti. A farne le spese sono tutti i comparti dei beni per la casa, compresi quelli sostenuti dall’innovazione tecnologica che avevano trainato le vendite negli anni passati.

Per il settore dei mobili si assiste ad una nuova caduta dei consumi nel 2011 dopo il recupero accennato l’anno scorso.
Anche per quanto riguarda gli elettrodomestici bianchi la domanda dei consumatori evidenzia una flessione consistente, nonostante la dinamica cedente dei prezzi che interessa il mercato nel 2011.

All’andamento negativo del mercato dei beni per la casa non fanno eccezione i piccoli elettrodomestici anche se con performance differenziate al proprio interno: al dinamismo dei piccoli elettrodomestici per la cucina fa da contraltare il calo nel comparto dei beni per cura della persona e per la pulizia per la casa.

Il comparto degli elettrodomestici bruni, registra, per la prima volta nell’ultimo decennio, una contrazione dei volumi e una marcata flessione del fatturato.  All’interno di questo panorama negativo, si salvano il segmento dei televisori LED e la nuova tecnologia 3D che, a distanza di poco più di un anno dalla sua introduzione sul mercato, costituisce già il 20% del fatturato Tv. Si confermano in trend negativo i prodotti audio.

Nel 2011, anche il settore della fotografia registra una flessione delle vendite e del fatturato.  Positivo ancora una volta l’andamento delle fotocamere Reflex a conferma di una tendenza dei consumatori ad acquistare prodotti tecnologicamente più avanzati e capaci di garantire una resa qualitativa maggiore. In calo invece le vendite delle macchine compatte che, ad oggi, costituiscono oltre il 60% del valore complessivo del mercato.

Unico segmento tra i beni durevoli per la casa a resistere alla congiuntura economica negativa, la telefonia evidenzia nel 2011 un andamento positivo sia in termini di volumi che di fatturato, soprattutto grazie  al segmento degli smartphone.

Continua invece il trend negativo delle vendite e del fatturato del mercato dell’informatica che, nonostante una sostanziale tenuta della spesa delle famiglie, risente ancora una volta della riduzione della domanda da parte delle aziende.
Le scelte dei consumatori premiano soprattutto i prodotti portabili come i “tablet computer” senza tuttavia cannibalizzare netbook e notebook, prodotti sempre più interessati dalle offerte promozionali della distribuzione.
L’Osservatorio si basa su dati e analisi che Findomestic effettua e raccoglie ogni anno sui consumi di beni  durevoli, forte del suo posizionamento nel settore del credito al consumo che la colloca tra i primi player in Italia nel fornire credito alle famiglie, tramite prestiti personali, con finanziamenti erogati nel 2010 per 4,3 miliardi di euro, 10,42 miliardi di impieghi  e un utile netto di 39,3 milioni di euro. Findomestic che ha 2,1 milioni di clienti attivi fa parte del Gruppo BNP Paribas, leader europeo nel settore dei servizi bancari e finanziari, prima banca per depositi nella Zona Euro e una delle 6 più solide del mondo secondo la valutazione di S&P’s. Il Gruppo è presente in oltre 80 paesi, con più di 200.000 collaboratori, di cui 160.000 in Europa.

Il presente comunicato e i precedenti sono disponibili on-line:
http://www.adhoccommunication.it
http://www.osservatorio.findomestic.it

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