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Terna, Flavio Cattaneo, non soffre la Robin tax. Utile netto in crescita a 465 milioni

30 Marzo 2012 da TheEnergyNews

Presentato il nuovo piano industriale al 2016: 6 miliardi di investimenti, margine ebitda all’80% e cedola base di 19 centesimi per le attività tradizionali. A questi si aggiungerà il 60% di pay out derivante dai comparti "non tradizionali"

Terna compensa la Robin Hood tax con le attività non tradizionali e chiude il bilancio 2011 con un utile netto adjusted in crescita dell’1,1% a 465,3 milioni. Il dividendo complessivo per lo scorso esercizio è invariato a 21 centesimi per azione: il gruppo guidato da Flavio Cattaneo ha già pagato un acconto di 8 centesimi, i restanti 13, se approvati dall’assemblea, andranno in stacco il 16 giugno e in pagamento il 21.
"Abbiamo superato un anno di crisi in modo molto soddisfacente " ha commentato Cattaneo aggiungendo: " Congiuntura negativa e Robin Hood tax hanno pesato molto, ma per il settimo anno consecutivo i nostri risultati sono stati comunque positivi grazie a una strategia preventiva sul business non tradizionale e non regolamentato, l’innovazione e la tecnologia. Strategia che crescerà anche nei prossimi anni". In questo contesto, la nuova politica dei dividendi prevede, a partire dal 2012, una cedola base di 19 centesimi di euro per azione dalle attività tradizionali; a questa si aggiungerà il 60% di pay out derivante dal contributo dei risultati delle attività non tradizionali.

Nel piano strategico 2012-2016, sono previsti investimenti fino a 6 miliardi di euro. Nei prossimi 5 anni, infatti, Terna prevede di investire fino a 4,1 miliardi nelle attività tradizionali per la sicurezza e sviluppo della rete elettrica e fino a 1,9 miliardi per le attività non tradizionali. Di questi fino a un miliardo sarà investito per la realizzazione di sistemi di accumulo a batterie per la rete, gli altri 900 milioni saranno destinati a progetti in attività non regolamentate.Alla fine del piano industriale, il margine ebitda sarà superiore all’80% contro il target del 78% del piano 2011. L’aumento dei ricavi e il controllo dei costi si tradurrà in un ebitda cumulato negli anni di piano in crescita del 19% circa rispetto al precedente piano: la crescita annuale media dell’ebitda passerà dal 5 al 7,5 per cento. Per aumentare la propria flessibilità finanziaria Terna " potrebbe eventualmente valutare la cessione di un gruppo di asset per reinvestire i proventi in nuovi investimenti di sviluppo, senza mettere a rischio nel lungo termine la stabilità della struttura del capitale". Dal 1 aprile 2012, la distinzione tra attività tradizionali e non, si rifletterà su un nuovo assetto operativo che prevede due società dipendenti dalla holding: "Terna rete Italia" si occuperà delle attività di trasmissione e dispacciamento, " Terna Plus" sarà focalizzata sulle attività non tradizionali sia in Italia che all’estero.

Fonte: Repubblica Economia e Finanza

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