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Il manager Salvo Nugnes decide di prolungare la mostra di Amanda Lear presso la Milano Art Gallery fino all’11 settembre dopo i grandi consensi ottenuti

25 Settembre 2013 da ufficiostampa

Dopo il grande successo del vernissage, seguitissimo da pubblico e stampa nazionale, e migliaia di visite ricevute, la storica “Milano Art Gallery – Spazio Culturale” decide, a grande richiesta, di prolungare la mostra d’arte della straordinaria Amanda Lear, organizzata dal manager Salvo Nugnes, direttore di Promoter Arte. Fino all’11 Settembre 2013, infatti, la galleria ospiterà l’esposizione di una quarantina di interessanti e originali dipinti di una donna diventata un’icona a livello mondiale, per i suoi numerosi talenti. Attrice, showgirl, modella, cantante, musa e ora, tramite questa personale, si sta facendo scoprire nelle vesti di pittrice, anche se artista lo è da sempre, definendo la pittura come suo “primo amore”.

 

Per la Lear, l’arte ha una valenza terapica, che le permette di migliorare il suo benessere, riuscendo a catturare ed esternare tutto lo stress, le tensioni e le emozioni negative accumulate durante le faticose giornate in teatro. “Io sono una sostenitrice convinta dell’arte terapia” afferma Amanda e continua “Ha una finalità speciale, perché riesce ad infondermi un equilibrio psicologico che non trovo altrove”.

 

Per l’importante occasione, Nugnes ha voluto omaggiare la Lear, con la realizzazione di un catalogo a lei dedicato, con i contributi di grandi personalità come il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia, Vittorio Sgarbi, Achille Bonito Oliva, Philippe Daverio, Giordano Bruno Guerri e molti altri.

 

Come personaggio e artista ha saputo dare risalto all’originalità estetica rappresentando un’idea divisa tra persona e opere come modello di fenomeno estetico” dichiara Sgarbi “Potrei definirla un Oscar Wilde al femminile, riprendendo anche il filone del suo maestro Salvador Dalì nel binomio tra personaggio e artista in cui arte e vita coincidono in una formula di spettacolarizzazione”.

 

Daverio invece, che conosce l’artista da molti anni, afferma che “La sua arte, così originale e spiritosa, corrisponde appieno con la sua persona e la sua singolare e frenetica vita”.

 

Achille Bonito Oliva ritiene che la vocazione artistica della Lear “Abbia anche l’intento di affermare la sua presenza in quanto donna nel mondo dell’arte, per tanto tempo dominato da una concezione maschilista”.

 

 

 

 

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