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Assorbenti interni e “Sindrome da choc tossico”. Dopo una ragazza inglese altro caso in Svizzera

16 Dicembre 2013 da dagata

Assorbenti interni e “Sindrome da choc tossico”. Dopo una ragazza inglese altro caso in Svizzera. I sintomi sono molto simili a quelli dell’influenza: mal di testa, forte febbre, vomito e dolori muscolari.

 

Una 14enne inglese è morta lo scorso febbraio a causa di una rara malattia, la “sindrome da choc tossico” (SCT), dopo aver usato per la prima volta un assorbente interno.

Ora un altro caso è stato segnalato nella vicina Svizzera dove una giovane è stata ricoverata d’urgenza all’ospedale di Berna, ed è stata salvata.

La sindrome da shock tossico o TSS è un quadro clinico di particolare gravità, provocato da una tossina di origine batterica (toxic shock syndrome toxin o TSST), descritta per la prima volta nel 1978 come una gravissima tossiemia, talora rapidamente mortale, in donne durante il periodo mestruale.

La SCT resta una malattia estremamente rara, tanto che specialisti di ginecologia e ostetricia svizzeri intervistati a seguito dell’insolito evento, hanno affermato di non averla mai incontrata nel corso della propria carriera ed hanno rassicurato pubblicamente che gli assorbenti interni non sono pericolosi, anche se hanno raccomandato un utilizzo corretto.

L’assorbente, infatti, sarebbe da cambiare ogni quattro o massimo otto ore. I modelli superassorbenti, sempre secondo gli esperti, sarebbero da evitare.

Molto rara, si può verificare in bambini, donne ed uomini ma le donne mestruate che utilizzano assorbenti interni sono le più colpite; la sua incidenza negli anni si è rapidamente ridotta grazie all’ampia pubblicità e dopo il ritiro di alcune marche di tamponi dal mercato.

Stime effettuate recentemente fanno pensare che l’incidenza sia ancora di circa 3 casi su 10000 donne mestruate, e che inoltre ci siano casi in donne che non usano tamponi e in donne nel periodo postoperatorio e post-partum (circa il 15%).

La malattia è causata dall’enterotossina del batterio Staphylococcus aureus, che si trova comunemente nel naso e nella vagina. Negli stipiti di S. aureus isolati da casi di TSS è stata dimostrata la produzione di una nuova tossina che inizialmente è stata considerata un nuovo tipo di enterotossina. In effetti la tossina dello Shock Tossico (TSST-1) ha molti caratteri in comune con le enterotossine e, in particolare, il fatto di rappresentare un superantigene in grado di stimolare la produzione di una serie di citochine. Le manifestazioni cliniche della TSS presentano varie somiglianze con gli effetti prodotti nell’animale da esperimento con l’inoculazione delle cosiddette tossine pirogene di Staphylococcus Aureus a loro volta simili alla tossina eritrogenica prodotta da Streptococcus Pyogenes

Le cause che provocano la SCT, sono poco chiare, ma si è stabilito che essa è provocata da germi che colonizzano la vagina prima d’entrare nel sangue, durante l’uso dell’assorbente.

Le statistiche ufficiali svizzere non registravano alcun caso della sindrome, fino a quello capitato a una 15enne tedesca a Berna anche se alcuni media tra cui la trasmissione 20minuten che si occupa di consumatori ha dato risalto alla notizia per la particolare virulenza della malattia e la tipologia del contagio. Circa un anno fa, infatti, l’adolescente ha rischiato la vita, poche ore dopo aver adoperato l’assorbente interno ed accusato alcuni sintomi come un aumento della temperatura corporea e vomito ininterrotto.

Nonostante la rara incidenza della patologia in questione, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, come la stessa non vada sottovalutata e debbano essere seguite le regole per un corretto utilizzo degli assorbenti per evitare casi come quelli recentemente accaduti e resi pubblici in Gran Bretagna e Svizzera.

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