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Si amplifica lo scandalo dei contatori difettosi dell’elettricità in Gran Bretagna

6 Marzo 2014 da dagata

Si amplifica lo scandalo dei contatori difettosi dell’elettricità in Gran Bretagna. La politica in quel Paese è intervenuta a sostegno dei consumatori chiedendo l’intervento urgente dei fornitori anche per procedere con i rimborsi. Ed in Italia la lobby dell’energia appare protetta dai governi. Che farà Renzi?  O  serve l’intervento della magistratura?

 

Come in Gran Bretagna, dopo l’annuncio rilanciato anche in Italia dallo “Sportello dei Diritti”,  circa il presunto scandalo dei “nuovi” contatori elettronici della corrente elettrica installati negli immobili che vedrebbe coinvolti quasi quattro milioni di cittadini britannici, siamo stati subissati da richieste d’intervento da parte di cittadini che hanno segnalato analoghi problemi anche nel Nostro Paese.

Ma mentre in Italia la nostra denuncia non ha ancora trovato la sponda della politica, nel Regno Unito alcuni parlamentari hanno preso immediatamente posizione ed invitato i fornitori  ad ammettere l’esistenza del problema dei contatori, ad affrontare la questione e rimborsare prontamente i pagamenti indebiti.

A parte l’intervento che avevamo già citato di un deputato del  Movimento 5 Stelle, Davide Crippa, vicepresidente della X Commissione della Camera nell’audizione del 10 ottobre sulla Strategia Energetica Nazionale che aveva sollevato il problema in sede parlamentare chiedendo l’intervento del governo, da allora ogni appello lanciato alle istituzioni ed in particolare all’esecutivo è caduto nel vuoto, tanto da farci legittimamente pensare che poiché si approssimano le scadenze per le  nuove  nomine in seno ai Cda delle società energetiche in mano o partecipate dallo Stato in particolare del Gruppo Enel, ci viene da pensare che nessuno porrà a breve la delicata questione che coinvolgerebbe milioni di famiglie italiane circa la carenza di trasparenza nella gestione delle procedure di computo dell’energia  fornita e consumata dagli italiani.

A questo punto evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti, se il neo presidente del Consiglio Matteo Renzi ed il nuovo Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi non prenderanno posizione, probabilmente solo l’intervento della magistratura inquirente, potrebbe verificare se ci si trovi in presenza di una colossale frode, o se la miriade di casi segnalati anche in Italia sono isolati e frutto di singoli errori.

Al momento, ribadiamo che alla luce della “scoperta” effettuata nel Regno Unito, lo “Sportello dei Diritti” sta provvedendo all’incarico di alcuni esperti per verificare se analoghi problemi possano essere riscontrati anche in Italia ed in caso di esito positivo presentare un’immediata denuncia ed avviare una class action per restituire il maltolto ai cittadini frodati.

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