Cerca:
comunicati-stampa.biz
 Login | RSS |

Comunicati stampa

Ogni giorno tutte le informazioni aggiornate dal Web. Richiedi gratuitamente la pubblicazione del tuo comunicato.
Ti trovi su: Home » Weblog » Cultura » Blog article: Dal Covolo rettore: Riflessione su “Ascolta si fa sera” di Rai Radio 1. | Comunicati stampa

Dal Covolo rettore: Riflessione su “Ascolta si fa sera” di Rai Radio 1.

14 Giugno 2014 da DailyFocus

Rai Radio 1, nella puntata del 1° giugno 2014 del programma di informazione religiosa “Ascolta si fa sera”, la riflessione di Mons. Enrico Dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense. Il Rettore Dal Covolo: “Gesù ci ricorda che il senso pieno della vita non è racchiuso nelle cose di quaggiù. Oggi il Signore ci dice che il senso vero di ciò che noi vediamo ed esperimentiamo quaggiù ce lo dà proprio quello che non vediamo, ma che siamo invitati a credere”.

Dal Covolo_Rettore

Pubblichiamo la meditazione di monsignor Enrico dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense, per la puntata di domenica 1 giugno del programma di informazione religiosa ”Ascolta si fa sera” di Rai Radio 1. 

Celebriamo oggi l’ascensione di Gesù al cielo.
Domenica scorsa vi ho parlato dei sentieri che conducono alla mèta. Oggi la mèta ce la mostra Gesù Cristo stesso.

La sua mèta è oltre questa terra (anche se non conviene “fisicizzare” troppo il discorso). Gesù ci ricorda che il senso pieno della vita non è racchiuso nelle cose di quaggiù.
A questo punto ritornano le domande di sempre: e allora, perché sono al mondo? Perché lavoro, mi impegno, soffro? Perché c’è la morte? C’è qualche cosa dopo la morte? E se sì, che cosa? …
Oggi il Signore ci dice che il senso vero di ciò che noi vediamo ed esperimentiamo quaggiù ce lo dà proprio quello che non vediamo, ma che siamo invitati a credere.

C’è una vita che va oltre la morte, e a quella vita noi ci prepariamo ogni giorno.
I santi ne sono i testimoni. Che senso avrebbe avuto la grande festa delle canonizzazioni di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II, se non fosse proprio per questo, che essi ci hanno preceduto nel cielo dei santi?

Raccontano che qualche centinaio di anni fa viveva un frate, molto amato dai suoi confratelli, di nome Giovanni Soto. Ormai era vicino alla morte.
All’improvviso, con voce flebile, egli chiese ai confratelli che circondavano il suo letto, di portargli un ago. Tutti restarono sorpresi che fra Giovanni volesse un ago proprio in quel momento; ma il desiderio di un morente si esaudisce sempre, e così glielo portarono senza discutere.

Allora fra Giovanni, con mano tremante, alzò in alto quell’ago, e disse: “Ecco la mia chiave del cielo!”. Perché faceva il sarto della comunità, e per tanti anni aveva lavorato con zelo a quel mestiere. Facendo bene il suo dovere di ogni giorno, aveva raggiunto le vette della santità.

Anche noi – se compiremo con dedizione e umiltà i nostri doveri quotidiani, senza lasciarci imprigionare dalle cose di quaggiù –, anche noi ascenderemo al cielo, e vivremo per sempre nella gloria di Dio.

FONTE: Zenit

Inserito in Cultura | Nessun Commento »

Lascia un commento

Nota bene: I commenti saranno soggetti a moderazione.