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Allarme per i siti che promuovono l’anoressia.

12 Agosto 2014 da dagata

 Allarme per i siti che promuovono l’anoressia. Secondo uno studio Internet è stato potenziato come spazio per promuovere i contenuti che promuovono i disturbi alimentari.

 

Secondo un recente studio dell’Agenzia argentina per la Qualità Internet (IQUA) e l’Associazione contro la Bulimia e Anoressia (ACAB), Internet è diventato un ambiente favorevole per la crescita di contenuti apologeti dello spazio di promozione della bulimia e anoressia. Secondo i risultati, questi siti sono aumentati del 470%, così come sono aumentati la percentuale dei gruppi di Facebook, che dal 2006 sono aumentati del 450%. Il rapporto afferma che la difficoltà principale nella lotta contro la proliferazione di questi contenuti sono politiche per regolarne i contenuti e il “piccolo impegno da parte i fornitori di servizi.” Il direttore dell’ IQUA, Alex Fernandez ha dichiarato:”Oggi, in un motore di ricerca Internet come Google, riporta circa 500.000 pagine pro anoressia e pro bulimia e compaiono in meno di un secondo, e il 75% delle persone che consultano questi contenuti web sono minorenni”. L’esperto ha anche sottolineato che questi siti hanno “più di tre milioni di voci” e per questo sono necessarie misure urgenti per frenare queste informazioni dannose per la salute tra cui la chiusura immediata di questi contenuti delle principali piattaforme che ospitano questi siti e social network che sono coinvolti. A sua volta, negli ultimi anni, questo fenomeno preoccupa non poco medici, psicologi e le autorità.

Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, il problema dell’anoressia appare sempre più drammatico, in una società che propone modelli e immagini pubblicitarie che inneggiano ad un concetto di forma fisica spesso distorto, che induce milioni di ragazzi e ragazze a dichiarare guerra al cibo. Viene molto spesso ricondotto dagli esperti ad una causa unica individuabile determinata dagli stilisti e le loro modelle, indicati molte volte come i principali responsabili di un problema che magari ha forse anche altre origini, ben più complesse e gravi. Purtroppo la facilità d’uso, velocità di accesso che forniscono questi servizi di internet per il consumatore ha permesso a questi siti di sviluppare e attrarre un pubblico maggiore. Per arginare questo fenomeno è necessario un codice etico in Italia che regolamenta la materia in cui vengono imposte alcune regole nel settore che spazzino via definitivamente questi siti di navigazione, chat room, o anche riviste.

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