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Alle mostre di Spoleto incontra Venezia le incantevoli creazioni di Andrea Brandi

27 Agosto 2014 da ufficiostampa

“Spoleto incontra Venezia” si svolgerà all’interno del coreografico Palazzo Falier, aristocratica struttura veneziana del XV secolo, posta sul Canal Grande, dal 27 Settembre al 24 Ottobre 2014. La curatela dell’evento è affidata all’autorevole critico Vittorio Sgarbi, mentre la direzione è del manager produttore Salvo Nugnes. Nella selezionata lista di nomi di spicco partecipanti alla pregevole iniziativa si inserisce Andrea Brandi, con la sua pittura di stampo materico informale, rivisitata in chiave di moderno e camaleontico trasformismo espressivo.

La ricerca di Brandi è accostabile a quella di Alberto Burri e Jackson Pollock, con particolare attenzione rivolta al concetto di colore. Rappresenta un interessante esempio di informalismo contemporaneo, dove vengono utilizzati e congiunti in alchemica mescolanza e miscelatura materiali speciali, come il gesso, lo smalto, la vernice industriale per dare vita a creazioni di eterea e magica suggestione. I suoi riferimenti di base sono il metropolitismo urbano e il confronto dell’uomo con le problematiche esistenziali più salienti. È un artista, che si esprime con l’anima ed è attraverso il patos emotivo, che lo spettatore deve carpirne e assimilarne il significato subliminale più recondito.

Inventa e crea quadri-scultura, eclettiche pitto-sculture dall’impatto tridimensionale, caratterizzate dal mix di tecnicismo strumentale, versatile matericità e dinamico movimento cromatico, combinando il tutto con abile maestria compositiva in un procedimento, che prevede anche l’utilizzo del fuoco per assemblare, plasmare, forgiare, modulare al meglio gli elementi. Lo spazio diventa luogo simbolico di incontro e fusione di sinergie sempre nuove, diverse e di esclusiva manifestazione, un terreno di esplorazione e perlustrazione sul quale sperimentare.

Si colgono l’accurato rigore nella disposizione delle cromie, la bilanciata proporzione nei volumi e nelle masse, la valorizzazione dei dettagli minimali, la celebrazione della bellezza concepita anche come armonia delle imperfezioni, di una struttura esteriore portante dove dietro l’apparenza si cela un multiforme mondo di messaggi e simbologie per dare voce al vivace immaginario fantastico, che Brandi possiede e vuole condividere con l’osservatore, sulla scia di un linguaggio codificato non convenzionale, ma altrettanto penetrante e permeante.

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