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Maria Pia Severi esporrà le sue opere in occasione di Spoleto incontra Venezia a cura di Vittorio Sgarbi

12 Agosto 2014 da ufficiostampa

Spoleto incontra Venezia” è un appuntamento speciale, che vuole riunire simbolicamente due poli, fulcri secolari per la divulgazione dell’arte e della cultura, con fama internazionale, che si terrà nel meraviglioso contesto veneziano dal 27 Settembre al 24 Ottobre 2014, con la curatela di Vittorio Sgarbi e la direzione organizzativa del manager Salvo Nugnes. L’allestimento sarà predisposto all’interno dell’aristocratico Palazzo Falier, sul Canal Grande.

Tra gli artisti di spicco scelti per il prestigioso evento, insieme a esponenti del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi e José Dalì, è stata scelta la modenese Maria Pia Severi, con le sue coinvolgenti immagini fotografiche, realizzate con una tecnica molto originale e personalizzata, frutto di un’esperta capacità ideativa e progettuale, che negli le ha permesso di acquisire risultati di sorprendente impatto emozionale. Lo spettatore viene immediatamente proiettato nelle rappresentazioni e stimolato a interpretarne e recepirne i contenuti sostanziali di esse, in un dinamico meccanismo di compenetrazione sensoriale interattiva.

Le opere, che saranno esposte, fanno tutte parte del prestigioso volume fotografico “Venezia è sogno…” suo terzo lavoro, pubblicato nel Giugno 2009 e presente in tutte le biblioteche comunali di Venezia e Mestre, su iniziativa del Comune delle due città. Le immagini sono state inoltre presentate in mostra, nel museo più importante della Boemia centrale, il G.A.S.K. di Kutna Hora, cittadina Patrimonio dell’U.N.E.S.C.O., vicina a Praga.

Sgarbi, nell’esprimere interessanti riflessioni sulle opere della Severi, ha spiegato “Contro la distanza dei luoghi impone la perdita del fuoco, rinunciando alla nitidezza che é propria della riproduzione fotografica. La confusione, che l’immagine produce, accompagna il fruitore in un luogo diverso da quello della realtà ripresa. Non più spazi definiti, ma dimensioni oniriche”.

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