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Da Spoleto Arte a Spoleto incontra Venezia le incantevoli creazioni di Eugenio Carmi

28 Settembre 2014 da ufficiostampa

Sulla scia dell’acclarato successo ottenuto a “Spoleto Arte” il maestro dell’astrattismo Eugenio Carmi sarà presente alla grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” con una corposa serie di opere pittoriche di forte pregio. L’evento curato da Vittorio Sgarbi e diretto dal manager produttore Salvo Nugnes si terrà dal 28 settembre al 24 ottobre 2014 nella stupenda cornice veneziana di Palazzo Ivancich, a pochi passi da Piazza San Marco, accanto a lui altri esponenti di spicco, tra cui Dario Fo, Pier Paolo Pasolini, José Dalì.

Umberto Eco ha scritto nel descriverne l’impronta stilistica: “Animale eminentemente urbano, Carmi parla polemicamente di una civiltà della visione e del rumore, che lo ossessiona, lo disturba e lo affascina. Un suo moralismo e una sua tendenza alla fuga campestre si combinano con una sorta di salutare ottimismo, per cui non riesce a non gioire delle sollecitazioni, che il paesaggio urbano nella sua insopportabilità gli propina quotidianamente. Diciamo, che ha raggiunto una sorta di equilibrio, ritraducendo il paesaggio esterno in una sorta di paesaggio personale, pacificato e sottratto alle contraddizioni, che lo generano”.

Sul concetto di creatività Carmi ha detto: “Quando durante un’intervista mi chiesero cosa fosse la creatività risposi invece di uccidere il bisonte, dipingerlo. Improvvisamente mi è venuta in mente quella risposta, come se avessi visto in sogno il bisonte di Lascaux, dipinto nella grotta 17.000 anni fa. Di quel tempo non ci rimangono che testimonianze visive, nulla sappiamo del linguaggio parlato. Ma, ho la certezza, che il pittore del bisonte ed io, fabbricante d’immagini del ventunesimo secolo, possiamo considerarci contemporanei nella nostra creatività, con tutte le emozioni, il desiderio di spiritualità e bellezza, il piacere sensuale dell’invenzione”. E prosegue sottolineando: “Mi piace pensare, che in queste migliaia di anni nulla sia cambiato nella mente umana, che mi sembra una delle più affascinanti e misteriose creazioni dell’universo. Mi sento insomma contemporaneo del pittore del bisonte e poco importa se lui dipingeva in un antro della caverna ed io ho computer e cellulare. E’ il tempo cosmico, che riduce a zero la nostra distanza, è il mistero del nostro cervello, che ci unisce”.

Sgarbi ha dichiarato su Carmi: “La sua armonia del mondo, le sue geometrie colorate, il suo indefesso omaggio ai maestri dell’astrattismo, da Kandinskij, a Mondrian, a Klee, l’hanno tenuto lontano da una realtà contaminata”.

Sull’arte Carmi spiega: “L’arte è quell’attività tuttora sconosciuta prodotta dal perfetto computer, che sta nel nostro cervello e che a nostra insaputa, traduce l’inconscio in realtà. Forse è il desiderio del mito, della bellezza, forse è il desiderio di un colloquio con il nostro io, forse è il desiderio di scoprire il mistero dell’universo”.

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