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La costruzione geometrica e simbolica di Giovanna Da Por Sulligi alle grandi mostre di “Spoleto incontra Venezia”

3 Novembre 2014 da ufficiostampa

“SPOLETO INCONTRA VENEZIA”: GRANDI APPREZZAMENTI PER LA RAFFINATA ARTE PITTORICA DI GIOVANNA DA POR SULLIGI

“Spoleto incontra Venezia” la grande mostra a cura di Vittorio Sgarbi, ha inaugurato con grande clamore e risonanza mediatica in data 27 Settembre e resterà allestita fino al 24 Ottobre 2014 presso due sedi storiche veneziane di forte rilievo pubblico, il Palazzo Falier e il Palazzo Rota-Ivancich, con la direzione del manager produttore Salvo Nugnes. In esposizione personaggi illustri del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì.

Nel novero dei nomi importanti presenti spicca anche la pittrice Giovanna Da Por Sulligi, la cui ricerca nella scia di uno stile moderno e contemporaneo inserisce nelle rappresentazioni particolari suggestioni geometriche, di costruzione simbolista e figurativa, scaturite dalla sfera dell’immaginario e dalle sollecitazioni del suo mondo intimo e spirituale. Nella piena padronanza ed essenzialità della pennellata si muove intorno al simbolismo magico cercando di cogliere e rievocare, in una forma visibile e concreta, delle idee e dei significati non manifesti.

Di lei è stato scritto “La sua è una pittura colta, intrigante, che coniuga e racchiude analogie e significati, sentimenti opposti ed emozioni nascoste, che si annidano nei meandri di un simbolismo, che prima nasconde e poi rivela le verità delle cose. L’artista dunque considera qualsiasi oggetto e soggetto rappresentato non in quanto tale, ma come segno simbolico dell’idea concettuale insita in esso. È il suo animo a dettare la partitura narrativa e l’opera sembra quasi un pretesto per dare forma al dettato interiore, per fornire un -luogo di approdo- alla ricerca introspettiva, senza per questo rinnegare e rifiutare l’immagine reale, bensì parte proprio da quella o dal ricordo che ne deriva con l’intento di rivisitarla, rielaborarla, riedificarla, trasformandola in visione intimista, ricca di pathos e senso del mistero”.

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