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In Svizzera il primo centro anti-sbornia.

14 Dicembre 2014 da dagata

In Svizzera il primo centro anti-sbornia. I zurighesi votano a favore la proposta del municipio e confermano la validità del centro sperimentale

 

Una scelta che farà discutere probabilmente anche nel resto d’Europa, quella del centro anti-sbornia realizzato a Zurigo, dove la polizia può rinchiudere, sotto sorveglianza medica, le persone ubriache o sotto l’effetto di droghe che creano problemi. La proposta del municipio, infatti, è stata approvata dal 66,9% dei votanti, con 74’119 schede a favore e 36’655 contrarie. La partecipazione ha raggiunto il 51,1%.

Aperto nel marzo del 2010 nell’ambito di un progetto pilota, il centro anti-sbornia – o “Hotel Suff” (hotel della sbornia) com’è stato ribattezzato dagli zurighesi – è la prima struttura del genere in Svizzera e utilizza una dozzina di celle appositamente attrezzate della centrale della polizia cittadina, a due passi dalla stazione.

In esso la polizia può portare i nottambuli trovati sotto l’influsso di alcol o di droghe che mettono in pericolo sé stessi o altre persone. Nessuno a Zurigo metteva in dubbio che il centro abbia permesso di alleggerire il lavoro dei servizi di soccorso, dei posti di polizia regionali e dei centri di pronto soccorso degli ospedali, dove queste persone venivano portate prima della sua apertura.

La sua introduzione definitiva era però lungi dal fare l’unanimità. Soltanto il PS e i Verdi liberali appoggiavano l’idea. A destra, UDC, PLR e PPD, si opponevano per motivi finanziari. Per i partiti borghesi, gli 1,7 milioni di franchi necessari ogni anno per finanziare il centro rappresentano una forma di sovvenzione per chi si vuole ubriacare.

Sul versante opposto, la Lista alternativa (AL) riteneva ingiusto far pagare le persone portate in cella contro la loro volontà. Le persone che passano una notte nel centro per smaltire la sbornia sono in effetti tenute a pagare fino a 600 franchi, a fronte di costi effettivi che raggiungono i 1750 franchi.

Se effettivamente tali centri possano portare dei benefici, questo è tutto da vedere, rileva Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, che tuttavia sottolinea come i problemi connessi all’ubriachezza molesta o per coloro che assumono sostanze stupefacenti e disturbano la quiete pubblica sia ancora irrisolto nel nostro Paese dove il delicato compito è troppo spesso affidato ai soli servizi di Pronto Soccorso, già gravati dalle emergenze quotidiane e falcidiati dalla spending review.

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