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Casa Natale di Gabriele D’Annunzio: in mostra gli interessanti scatti fotografici dedicati a Pasolini a cura del Prof. Vittorio Sgarbi

11 Febbraio 2015 da ufficiostampa

 Venerdì 6 Febbraio 2015, alle ore 18.00, nel contesto istituzionale del Museo Casa Natale di Gabriele D’Annunzio, a Pescara, aprirà i battenti un’interessante mostra fotografica curata dal Prof. Vittorio Sgarbi, che vedrà in esposizione i magnifici scatti d’autore del Maestro Roberto Villa, dedicati al celebre regista contemporaneo Pier Paolo Pasolini. La mostra, organizzata dall’Associazione Spoleto Arte, presieduta dal manager Salvo Nugnes, sarà in allestimento fino al 4 Marzo e, durante il vernissage, interverrà per indirizzo di saluto Lucia Arbace, Direttore Regionale supplente e Soprintendente per i Beni Storici, Artistici e Etnoantropologici dell’Abruzzo.

 

Villa, fotografo di fama internazionale, presenta in quest’occasione un autentico documento storico. Ben 8.000 è infatti il totale delle immagini scattate dal Maestro a Pasolini, durante le riprese del film “Il Fiore delle mille e una notte”, girato nel Medio Oriente, tra Yemen del Sud, Yemen del Nord, Persia. Nel 1973, dopo un primo incontro a Milano, Pasolini invita Villa a seguirlo, macchina fotografica alla mano, durante le riprese del capolavoro cinematografico. «Non semplici fotografie di scena» l’autore sottolinea «ma un servizio fotografico completo, un reportage, una sorta di documentazione in grado di comunicare all’osservatore ciò che accadeva sul set, il modo di fare e di essere del regista-autore Pasolini e, al tempo stesso, il contesto storico-culturale in cui tutto si svolgeva».

 

Il Maestro fotografo della sua esperienza racconta: «Ho visto Pasolini fermo, mentre impugnava la macchina da ripresa. Vicino c’era un giovane che teneva il ciak in mano, gliel’ho tolto e l’ho dato a Pier Paolo dicendogli “Ti faccio uno scatto”. Lui ha risposto “Si ma è una finzione” e siccome il dibattito tra me e lui si era imperniato sul cinema come finzione, e lui riteneva che il cinema fosse il linguaggio della realtà, allora ho detto “Beh ma anche il cinema è una finzione”, lui ha sorriso e io ho scattato l’immagine. Questo vuol dire che lui non ha mai guardato la macchina fotografica sorridendo, e questo è l’unico scatto in cui sorride spontaneamente, non per fare un piacere a chi sta davanti, quindi è una foto autentica».

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