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Da Via di San Giovanni in Laterano 138 Roma a Fontana di Trevi

26 Febbraio 2016 da admin80

Scoprite con noi di via di San Giovanni in Laterano 138 Roma una delle meraviglie architettoniche della città dì Roma, un capolavoro che tutto il mondo ci invidia. Si tratta della Fontana di Trevi, monumento appartenente allo stile tardo barocco, per la precisione rococò, ubicato in Piazza Trevi su uno dei lati di Palazzo Poli.

Nell’ultimo periodo la fontana è tornata a splendere con un monumentale restauro. L’acqua è tornata a scorrere ufficialmente il 3 novembre 2015, dopo un restauro durato più di 500 giorni e un costo complessivo di oltre 2 milioni di euro. L’imponente operazione è stata finanziata interamente da Fendi, con la supervisione tecnica della sovrintendenza ai Beni culturali di Roma Capitale.

Ai milioni di visitatori che l’ammirano ogni giorno, la fontana appare ora in forma smagliante e insolitamente bianchissima. Noi di Via di San Giovanni in Laterano 138 Roma pensiamo che le multinazionali non sempre siano da condannare e anche nel caso in cui i maxi finanziamenti all’arte siano solo una grande trovata pubblicitaria, i ripristini monumentali sono comunque ben accetti, soprattutto quando è difficile trovare soldi pubblici destinati alle restaurazioni.

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Ma la Fontana di Trevi come è arrivata ad assumere la conformazione attuale? Ripercorrete insieme a noi di Via di San Giovanni in Laterano 138 Roma la storia della fontana più famosa del mondo.

Il progetto originario è affidato da papa Urbano VIII all’architetto Gian Lorenzo Bernini alla metà del 1600. La collocazione in piazza Trevi è scelta dal papa perché nei pressi sarebbe sorto il palazzo della sua famiglia, Palazzo Barberini, allora in fase di costruzione. Bernini inizia i lavori, ma i fondi ben presto si esauriscono a casa della guerra intrapresa dal papato contro il Ducato di Parma e Piacenza. Non viene nemmeno scolpita una statua centrale e il cantiere viene bloccato.

Alla morte del papa Bernini cade in disgrazia per l’avvicendamento di élite, che ovviamente non vede di buon occhio l’architetto di fiducia dei Barberini. Il progetto è abbandonato e trascorre quasi un secolo prima che qualcuno riprenda in mano la costruzione della Fontana di Trevi.

Dopo una serie di vicissitudini storiche e aver corso il serio rischio di non realizzare mai più l’opera monumentale, tocca a papa Clemente XII prendere in mano le sorti della fontana nel 1731. Nell’ambito di un programma di completamento di grandi opere rimaste incompiute, egli decide che Palazzo Poli deve avere la fontana. A nulla vale l’iniziale resistenza dei duchi Poli, ancora proprietari dell’edificio, che si lamentano della diminuzione della facciata e dell’apposizione dello stemma araldico della famiglia papale Corsini sul palazzo.

Clemente XII non sente ragioni e apre una gara pubblica per aggiudicarsi il progetto. La scelta finale è affidata ad una commissione di esperti, che selezionano Nicola Salvi, architetto romano discepolo di Antonio Canevari.

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