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A Monte Carlo gli apprezzamenti su Amanda Lear di Sgarbi, Daverio, Bonito Oliva

9 Settembre 2016 da ufficiostampa

Un’occasione particolare quella che vede la tanto amata Amanda Lear regina della Tv e della canzone, questa volta protagonista di una grande mostra dove espone cinquanta dei suoi lavori attraversando gli ultimi trent’anni della sua pittura. L’esposizione, organizzata dal manager della cultura Salvo Nugnes, verrà allestita dal 2 al 4 settembre 2016, presso l’esclusivo Hotel Metropole, nel centro di Monte Carlo, adiacente alla famosa Piazza del Casinò. Il vernissage inaugurale, è fissato per venerdì 2 settembre, alle ore 18.00.
Vittorio Sgarbi commenta: “È una figura interessante nel mondo dell’arte, direi che il suo stile si avvicina alla transavanguardia, ne è un’anticipazione”.
Achille Bonito Oliva: “La sua arte appare liberatoria e disinibita, in un’alchimia che attira”.
Philippe Daverio: “I suoi dipinti corrispondono appieno alla sua singolare ed intensa vita”.
Nello spiegare le principali fonti d’ispirazione della sua pittura, la Lear ha dichiarato “Prendo sempre spunto dalla mitologia e dalle creature mitologiche come Pegaso, il leggendario cavallo alato. Altri riferimenti importanti sono la Provenza e la natura. Non mi cimento in forme di pittura triste e neanche in quella pittura realista, che trasmette un senso di malinconia alle gente, perché io penso sia molto importante avere appeso sul muro della propria casa un’opera allegra, che ci tira su il morale, piuttosto che fare piangere. Dunque, io dipingo sempre cose colorate”.

E ancora ha proseguito rimarcando “Per me la pittura è colore. Io vado matta per Bonnard, per Gauguin, per i Nabis e per tutti quegli artisti di inizio Novecento, che hanno scoperto il colore puro, addirittura distribuito direttamente dal tubetto. Il mio approccio al mondo dell’arte, è avvenuto fin da bambina, perché volevo sempre dipingere. Per me, la pittura è come un bisogno incalzante, una necessità. Io torno a casa, mi metto tranquilla con i miei gatti a dipingere ed è una cosa, che mi fa veramente bene. Un quadro e questo ti apre un’ po’ la mente. Penso, che l’opera d’arte deve fare qualcosa, provocare un emozione, un sentimento semplicemente. Dire -Ah è bella- non è abbastanza, non è importante, bisogna stimolare e dare un qualcosa alla gente”.

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