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Heracademy, a Bologna il laboratorio su tecnologia e innovazione

23 Dicembre 2016 da Eikon

Cosa ci aspetta da qui al 2030? Hera ha ospitato un workshop sui trend del mondo che cambia, fra innovazione e nuova centralità del cliente, sempre più esigente e smart.

“Orizzonte 2030”. Troppo lontano? Non secondo la Harvard Business Review, che così ha intitolato il suo più recente progetto di studio, presentato in anteprima nei giorni scorsi a Bologna durante il workshop “Mercati & Tecnologia: una nuova circolarità tra customer experience e crescita”, organizzato dal Gruppo Hera nell’ambito delle attività di Heracademy, la Corporate University della multiutility.

 

Al centro degli scenari prospettati, spiccano il tema dell’innovazione e la cosiddetta “customer experience”, espressione che rinvia alla centralità del cliente e della sua esperienza personale quale cardine dei nuovi modelli di business. In questo contesto il protagonista assoluto non può che essere la tecnologia, che ha rivoluzionato il mercato aumentando il potere e la consapevolezza dei consumatori, interlocutori sempre più fondamentali assieme ai quali le aziende definiscono servizi, attività e prodotti secondo livelli di innovazione crescenti.

 

Tante le parole d’ordine che caratterizzano la fase che ci attende e nella quale, per molti aspetti, siamo già coinvolti. “industria 4.0”, “intelligenza artificiale”, “bioinformatica”, “privacy”, “start-up economy”, “self-employment” e molte altre ancora, comprese quelle che riguardano il lato più “oscuro” del digitale e toccano i temi della privacy, della sicurezza e del sovraccarico di informazioni.

 

Fra gli spunti di riflessione suggeriti da Enrico Sassoon, Direttore Responsabile Harvard Business Review Italia e membro , compare anche qualche rischio, soprattutto a livello geopolitico, con la frammentazione degli equilibri di potere, l’indebolimento della governance globale e la crisi delle grandi istituzioni internazionali.

In questo scenario le risposte più concrete, in termini di tenuta del sistema, devono arrivare da un nuovo protagonismo dei territori, all’insegna dell’economia circolare e del cosiddetto “capitalismo inclusivo”, basato cioè sulla creazione di valore condiviso. È questa, in particolare, la convinzione del Gruppo Hera, che guarda a questa giornata di approfondimento su tecnologia e innovazione nel quadro del proprio impegno a favore delle comunità locali.

 

Su questi fronti, infatti, la multiutility è attiva da tempo, innovandosi sulle base delle crescenti esigenze dei propri clienti, che maneggiano sempre meglio le nuove tecnologie. L’informatizzazione dei servizi di raccolta e spazzamento, le app su rifiuti e acqua, la continua implementazione di servizi on-line sono solo alcuni dei capitoli di un lavoro più ampio, con cui giorno dopo giorno Hera cerca di anticipare il futuro che ci attende. Le attività di Heracademy, in questo senso, intendono supportare tale impegno, dandogli l’ossigeno più prezioso: quello delle idee, fra cui quelle emerse da testimonianze e ricerche importanti come quelle prodotte da Harvard Business Review e dagli altri soggetti intervenuti al workshop di oggi.

 

Il convegno, al quale hanno partecipato importanti personalità del tessuto imprenditoriale e del mondo accademico, si aggiunge alle molte attività di Heracademy, la Corporate University nata nel 2011 per sviluppare ulteriormente competenze e comportamenti di eccellenza all’interno del Gruppo, ma anche per rappresentare un luogo di confronto e riflessione aperto alle migliori esperienze di successo, con il contributo di importanti realtà accademiche territoriali e il coinvolgimento degli stakeholder di riferimento.

 

“Dei nuovi scenari teniamo conto nel nostro operato di tutti i giorni” assicura l’Amministratore Delegato del Gruppo Hera, Stefano Venier. “La digitalizzazione non riguarderà solo i cittadini che usano con familiarità uno smart phone, bensì tutti i cittadini, anche quelli con un approccio più tradizionale, che ne avranno un beneficio indiretto attraverso il miglioramento dei servizi. Peraltro in questo processo di innovazione sono le componenti umane, quelle non replicabili dalla tecnologia, ad avere una rilevanza sempre maggiore ed è proprio su quelle che si concentra il nostro lavoro” ha concluso.

 

“La strada dell”innovazione tecnologica è quasi obbligata per un’azienda come la nostra, che conta oltre 4 milioni di clienti” ha dichiarato il Presidente Tomaso Tommasi di Vignano, che in Heracademy ricopre anche il ruolo di Presidente del Comitato di Coordinamento. “Siamo consapevoli che nel nostro settore chi non sa affrontare i cambiamenti, anche quelli tecnologici, non avrà un futuro”.

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