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il patrimonio artistico italiano: un tesoro da tutelare

17 Febbraio 2017 da e.c.

Furti, vandalismi, atti di terrorismo e traffici internazionali illeciti: l’arte è sottoposta ogni giorno a moltissime minacce nonostante essa indentifichi la nostra cultura nazionale, la memoria collettiva e l’eredità per le generazioni future. Come scongiurare questi pericoli per proteggere ciò che Giosuè Carducci definiva “emanazione morale della civiltà, la spirituale irradiazione dei popoli” è stato oggetto dell’incontro svoltosi oggi a Bergamo e organizzato da Aon Benfield Italia Spa – divisione Fine Arts, Gruppo Leader nell’intermediazione assicurativa e riassicurativa con una fortissima expertise nel settore dell’arte, in collaborazione con l’Accademia Carrara di Bergamo.

Sono 450 i furti di beni culturali denunciati nel 2015 (in calo dai 609 del 2014). La quasi totalità delle regioni è interessata da questo fenomeno, con una preponderanza per la Campania (57), la Toscana (53), l’Emilia Romagna (52) e la Lombardia (52). Purtroppo i numeri reali del fenomeno sono decisamente più elevati poiché molti reati non vengono denunciati. In ogni caso si tratta di un dato preoccupante per una nazione tra le più ricche di tesori artistici mondiali e che risulta la più colpita sul mercato nero dell’arte che, a livello globale, vale 9,3 miliardi di euro. Libri, dipinti, sculture e statue sono le opere più ambite e rappresentano circa il 65% del totale dei beni culturali illecitamente sottratti nel nostro Paese.

L’esigenza di valorizzare il patrimonio artistico del Paese e renderlo godibile da tutti, dunque, mal si concilia con la necessità di proteggerlo dai rischi connessi alla sua esposizione e movimentazione. Oggi più che mai è fondamentale che nei musei e in tutti i luoghi d’arte, siano essi pubblici o privati, siano intensificati i controlli e siano attuate azioni incisive di contrasto ai furti e alle distruzioni dei beni culturali come ha specificato nel corso della serata Lia Perucchini, Dirigente Specialty Lines di Aon Benfield Italia S.p.A: «Aon Benfield ha dedicato al settore Fine Art professionisti specializzati per mettere a disposizione dei propri clienti polizze personalizzate che si adattino alle diverse esigenze e che, in caso di danneggiamento risarciscano i costi di restauro e l’eventuale deprezzamento delle opere o, in caso di perdita, il valore economico assicurato per l’opera d’arte, qualunque sia la causa assicurabile, compresi terremoti, alluvioni, atti di terrorismo, al fine di consentire la massima serenità a chi vuole organizzare mostre, o prestare opere per la realizzazione di mostre, o anche solo ammirare nel salotto di casa le proprie collezioni d’arte. Prevenzione e sicurezza sono temi fondomentali nell’Assicurazione e obiettivi primari per chi ama l’Arte: la perdita di un’Opera artistica lascia un vuoto che nessun risarcimento assicurativo potrà colmare».

Vittorio Sgarbi – “Parlare di scurezza significa, prima di tutto, parlare di conoscenza, cioè la consapevolezza del nostro immenso patrimonio culturale. Viviamo in un luogo meraviglioso ma che spesso ignoriamo per cui non siamo pronti a difenderlo. Recuperare la coscienza della cultura, la sensibilità per l’arte, i confini del nostro patrimonio è una necessità, un passo indispensabile che deve essere compiuto attraverso l’insegnamento, perché sono valori che non possono essere trasmessi da nessuna autorità preposta. Conoscenza significa anche mappatura puntuale e senza limite delle nostre straordinarie ricchezze, perché il problema della sicurezza riguarda spesso il patrimonio disperso in musei o chiese di periferia”.

«È responsabilità comune difendere il nostro straordinario patrimonio artistico e fronteggiare eventuali minacce – Maria Cristina Rodeschini, Direttore Accademia Carrara – I musei, per loro stessa missione, si occupano di conservare, proteggere e mostrare al mondo le opere più belle di sempre. Spesso tali opere sono oggetto di scambi tra musei, in altri casi, invece, devono essere restaurate, sempre con grandissima cura e attenzione. La stessa cura che dovremmo utilizzare per prevenire furti o danneggiamenti volontari. Siamo certi che questo evento innescherà riflessioni utili per rendere ancora più sicuri i nostri beni culturali».

Le innovazioni tecnologiche, gli impianti di videosorveglianza e le protezioni specifiche per gli oggetti d’arte, infatti, possono consentire di alzare il livello di sicurezza nei musei e non solo. Ma questi strumenti non sono ancora utilizzati in modo diffuso e capillare. «Il business criminale sui beni culturali in Italia ha un giro d’affari stimato di 150 milioni di euro l’anno, terzo per rilevanza e redditività dopo droga e traffico d’armi. Nel 2015 il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale ha recuperato 34.712 beni trafugati per un valore di oltre 83 milioni di euro. Questi dati dimostrano l’eccellente lavoro svolto dalle Forze dell’Ordine, ma anche la debolezza delle protezioni adottate. Non è semplice proteggere un patrimonio così diffuso sul territorio, che ammonta a 46.025 beni architettonici, 5.668 beni immobili archeologici vincolati, 3.847 musei, 240 aree archeologiche, 501 monumenti e complessi monumentali, nonché 12.936 biblioteche. Tuttavia oggi sono disponibili strumenti tecnologici che ne rendono possibile la tutela, quali telecamere che operano in assenza di luce, sistemi che rilevano l’abbandono o l’asportazione di un oggetto e che analizzano il comportamento delle persone all’interno dei musei. Il loro limitato utilizzo è un grave problema a cui va posto rimedio, considerando soprattutto che non si tratta di una mancanza di risorse, quanto di scarsa sensibilità verso il tema della sicurezza» – ha commentato Carlo Hruby, Vice Presidente della Fondazione Enzo Hruby.

Per Angelo Piazzoli, Segretario Generale Fondazione Credito Bergamasco: «Il tema della sicurezza dell’arte è sempre più attuale». E ha ricordato: «La Fondazione Credito Bergamasco ha sempre riservato grande attenzione alla salvaguardia delle opere d’arte mettendo in sicurezza molti capolavori bisognosi di cure e presentandoli a un pubblico di appassionati diventato sempre più numeroso. Agli importanti restauri realizzati direttamente nella Sala consiliare della Banca si aggiungono i numerosi interventi di ripristino operati direttamente sul territorio. Non possiamo non tutelare ciò che amiamo così tanto».

Infine, per Nicola Nugnes, COO Vedetta 2 Mondialpol: «Difendere il Patrimonio Artistico e Culturale significa coniugare l’esigenza di tenere al sicuro un bene con la possibilità di renderlo fruibile. Il “Progetto di Difesa” – ha spiegato – nasce, in collaborazione con le Forze dell’Ordine, da un’attenta analisi sui beni da difendere, sul loro valore, sulla loro ubicazione, sugli orari di esposizione al pubblico, nonché da un’analisi dei flussi di affluenza. Questa è la base per il censimento dei rischi e la creazione di una “mappa di contrasto e mitigazione” con cui pianificare le azioni da porre in atto per evitare asportazioni e danneggiamenti. È una grande opportunità per affrontare in modo proattivo una dolorosa piaga storica e culturale».

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