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A Modena scatta la disinfestazione per caso sospetto di Chikungunya. Ecco le 5 cose da sapere sulla malattia

25 Settembre 2017 da dagata

A Modena scatta la disinfestazione per caso sospetto di Chikungunya. Ecco le 5 cose da sapere sulla malattia

Un caso sospetto di Chikungunya è stato rilevato a Modena città, dove, per questa ragione il Comune ha attivato nella giornata di oggi il primo di tre interventi di disinfestazione. Giovedì scorso, a Casinalbo di Formigine, frazione a ridosso sempre di Modena, l’azienda sanitaria locale aveva rilevato il contagio di una giovane studentessa, ricoverata al Policlinico di Modena proprio per aver contratto la malattia trasmessa dalle zanzare del genere Aedes, la cosiddetta zanzara tigre. L’intervento di oggi, preceduto da comunicazioni con altoparlante da parte della polizia municipale e dall’affissione di volantini, riguarda un’area a sud della città, tra la tangenziale Neruda e via Giardini.
La chikungunya, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è una malattia virale acuta trasmessa dalle punture di zanzare infette. Non esiste il contagio diretto da persona a persona, con i normali contatti della vita quotidiana. I sintomi compaiono di solito entro 3-12 giorni dalla puntura di una zanzara infetta, del genere Aedes. Sono tipici della chikungunya la febbre e i dolori articolari, anche molto forti. Non a caso il nome della malattia deriva da una parola che significa “diventare contorto”: in questo modo si vuole ricordare la posizione rannicchiata che viene assunta a seguito dei dolori articolari. Altri sintomi che possono essere presenti sono: cefalea, vomito e esantema sul corpo. Generalmente, la malattia si risolve da sola. La terapia è mirata ad alleviare i sintomi, in particolare il dolore articolare. Può essere pericolosa solo in poche situazioni, specialmente nei pazienti immunocompromessi. Rare le complicanze segnalate, tra cui quelle neurologiche, oculari e cardiologiche. La mortalità è stimata intorno a 0,4%.Non esiste un farmaco per prevenirla, né una vaccinazione. La sospensione delle trasfusioni e le disinfestazioni dovrebbero essere sufficienti a bloccare la diffusione dell’infezione in Italia. Nei Paesi in cui la malattia è endemica è importante attuare anche misure di protezione individuale, in particolare dall’alba al tramonto.

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