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Brexit, i due schiaffi di Bruxelles agitano il clima a Londra

2 Marzo 2018 da helly

Torna a farsi caldissimo il fronte Brexit. Da Bruxelles sono partiti due schiaffi pesanti al Regno Unito e alla premier Theresa May. Stavolta a surriscaldare il clima è il destino dell’Irlanda, che secondo la UE sarà parte dell’unione doganale. Inoltre la Corte di Giustizia Europea sarà l’arbitro competente alla risoluzione di eventuali controversie legali tra Londra e Bruxelles sui futuri accordi diplomatici che regoleranno la Brexit. Dietro questa rigida presa di posizione della UE c’è l’insofferenza verso i ritardi con cui procedono i negoziati con Londra. La UE insomma ha voluto mostrare il pugno duro.

brexitNei giorni scorsi è stato il capo-negoziatore europeo Michel Barnier a illustrare la bozza di testo che dovrà essere approvata dal Consiglio Europeo e dal Parlamento. Si tratta di un modo per forzare la mano a Londra, dove permangono ancora le divisioni tra i fautori di una hard Brexit e l’ala più accomodante che spinge per un accordo con Bruxelles. Chiaramente la scossa s’è avvertita subito, soprattutto sui mercati finanziari. Chiunque sa il forex trading come funziona ben comprende il sussulto della sterlina dopo la notizia.

I due schiaffi sulla Brexit

La bozza della UE consta in 168 clausole. Che sono state immediatamente respinte da Theresa May. La premier britannica ha reagito duramente: «Nessun primo ministro del Regno Unito potrebbe mai aderire». Ma intanto adesso è stretta all’angolo su un tema peraltro cruciale come la ridefinizione dei confini sull’isola (frutto degli accordi di pace del 1998 che segnarono la fine dell’IRA). Non è meno delicato il secondo aspetto, ovvero quello che la Corte di Giustizia Europea sia l’arbitro delle future controversie tra Londra e Bruxelles. In pratica il Regno Unito sarebbe trattato alla stregua di un stato vassallo. Per questo Londra chiede che le controversie siano decise da un organismo terzo. Chi? Non si sa.

Mentre Londra scalpita e Bruxelles ha perso la pazienza, i mercati sono inquieti. La sterlina è andata sotto pressione anche per via dei dati poco brillanti sullo stato di salute dell’economia del Regno. La crescita dell’attività industriale britannica ha segnato il minimo in otto mesi a febbraio. L’indice dei direttori acquisti per il settore manifatturiero è sceso a 55,2. Gli investitori che adottano tecniche trading forex intraday hanno così piazzato sul mercato ingenti ordini di vendita sul pound, spingendolo al ribasso. Ma al di là dei dati macro è sempre la Brexit che scatena i timori peggiori. E la paura che si stia entrando in una fase caldissima è sempre più concreta.

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