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Valute digitali, Goldman Sachs affonda il Bitcoin: “Rischio crollo”

22 Marzo 2018 da helly

Arriva un’altra bufera sulla madre di tutte le valute digitali. Stavolta ad affossare Bitcoin è addirittura un report ufficiale di Goldman Sachs, che non ci è andato giù affatto morbido. Secondo l’agenzia di analisi americana infatti, le previsioni che l’ambiente finanziario fa riguardo alla nota moneta virtuale sarebbero pregen di un eccessivo ottimismo. Di conseguenza, invita tutti gli investitori a considerare sempre con molta attenzione i rischi che questo tipo di asset comporta.

valute digitaliLa notizia arriva proprio quando la quotazione del BTC pareva uscire dalla tempesta in cui era finita da un po’ di tempo a questa parte. Le bordate riguardo il processo di regolamentazione del settore hanno infatti spento gli entusiasmi dei “miners” e spinto molti amanti delle valute digitali a vendere, provocando una rapida discesa dei prezzi. Chi sa come usare Fibonacci trading in questo settore, avrà visto i prezzi attraversare diversi livelli di ritracciamento al ribasso. Ma adesso che la quotazione BCE sembrava assestarsi, ecco che Goldman Sachs vibra un altro duro colpo.

L’avvertimento sulle valute digitali

L’agenzia americana ha ricordato a tutti che un crollo del Bitcoin è sempre possibile, mettendo in guardia i trader sul rischio che una visione troppo ottimistica del Bitcoin faccia perdere di vista i rischi. Vero è che l’alert di Goldman Sachs non è la prima volta che si scaglia sul BTC, ma stavolta vengono messi in evidenza dei segnali che non vengono tenuti nella giusta considerazione dai mercati. Secondo l’analista Sheba Jafari, uno dei massimi esperti di criptovalute e di investimenti su spread broker forex bassi, ha accompagnato le sue valutazioni con la previsione che la Primavera porterà una nuova fase ribassista sul prezzo del Bitcoin. In particolare l’analista sostiene che la quotazione potrebbe scivolare verso i minimi di febbraio a quota 5.922 dollari.

Dal punto di vista tecnico questo significherebbe una violazione della media mobile a 200 giorni, nonché il segnale di un danno strutturale. La conseguenza sarebbe un ulteriore slancio al ribasso e una serie di effetti a catena. E se lo dice uno che a novembre aveva visto bene sul rally del prezzo del Bitcoin, qualche campanello d’allarme deve sentirsi.

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