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Metallo cancerogeno in 124.000 Volkswagen

2 Agosto 2018 da dagata

Metallo cancerogeno in 124.000 Volkswagen. Il gruppo Volkswagen potrebbe esser costretto a richiamare fino a 124.000 auto elettriche a causa dell’uso di cadmio nelle batterie dei suoi veicoli

Potrebbe partire dalla KBA (Kraftfahrt-Bundesamt) l’autorità federale tedesca del Ministero dei Trasporti che si occupa delle omologazioni e dei controlli dei veicoli, un ordine di richiamo di migliaia di veicoli della Volkswagen per la presenza di un metallo pesante, il cadmio. Questo elemento utilizzato in vari apparecchi elettrici, come i televisori, è vietato nella maggior parte delle componenti di automobili. La vicenda sarebbe nata dal fatto che un fornitore non identificato, avrebbe consegnato caricabatterie contenenti cadmio che sono stati installati in vari veicoli elettrici e ibridi Volkswagen, Audi e Porsche tra il 2013 e il giugno 2018. Il gruppo di Wolfsburg avrebbe avvisato la KBA della presenza del metallo nei suoi veicoli in quantità molto piccola, cioè 0,008 grammi, lo scorso 20 luglio. Il produttore ha confermato che è probabile che 124.000 veicoli in circolazione potranno essere oggetto di richiamo nelle officine autorizzate, come riportato dalla stampa tedesca. Tuttavia, i veicoli contaminati non presenterebbero un pericolo immediato, sostiene il colosso dell’automobile, perché il relè corrispondente è installato in una scatola fissa all’interno del caricatore, che a sua volta è circondato da una cassa solida, impedendo al metallo di finire a contatto con l’ambiente. La produzione in serie e la consegna dei modelli interessati sono stati interrotti immediatamente, aggiunge la casa automobilistica, e il relè precedentemente installato è stato sostituito da quello di un altro fornitore prima della ripresa della produzione. In attesa di conoscere le definitive determinazioni delle autorità deputate al controllo dei veicoli, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è tuttavia essenziale che si sappia al più breve se debba essere attuata una procedura di richiamo su scala globale e quindi anche in Italia, nonché le relative modalità per la tutela più rapida ed efficace della sicurezza e della salute degli utenti dei veicoli in questione.

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