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Ministero salute: nuovo caso listeria monocytogenes, richiamo coppa di testa farcita Gastronomia delle Marche. Un’altra misura cautelativa

30 Novembre 2018 da dagata

Ministero salute: nuovo caso listeria monocytogenes, richiamo coppa di testa farcita Gastronomia delle Marche. Un’altra misura cautelativa

Dopo il ritiro a scopo cautelativo del salame Ciauscolo di Visso, anche un altro insaccato. Un nuovo richiamo dal commercio per rischio di contaminazione da Listeria è stato infatti pubblicato sul sito del ministero della Salute: si tratta questa volta di un lotto di coppa di testa di maiale farcita ed il richiamo è in via “cautelativa” per la “possibile presenza” del batterio. Per questo, i cittadini sono invitati a non consumare il prodotto e riportarlo al punto vendita. Il richiamo riguarda il salame a marchio Gastronomia delle Marche in confezioni da 2,5 kg e 3,5 kg, lotto H0610 con scadenza a 45 giorni. La coppa di testa richiamata è stata prodotta dall’azienda Antica Gastronomia Srl nello stabilimento di via Enrico Fermi 1, a Mogliano, in provincia di Macerata (marchio di identificazione IT 1725L CE). Si precisa che la presenza di Listeria monocytogenes è stata rilevata solo nella coppa di testa con il numero di lotto segnalato, che è stato venduto tra il 12 e il 23 ottobre. A scopo precauzionale, si raccomanda di non consumare il prodotto e riportarlo al punto vendita d’acquisto, dove sarà sostituito. Per ulteriori informazioni, è possibile contattare il numero 0733557803. E’ l’ulteriore richiamo in Italia, dopo le verdure surgelate Freshona, i minestroni Findus e un lotto di mix di verdure surgelate a marchio Pinguin, a causa del focolaio europeo di listeriosi che dal 2015 ha causato 47 casi, di cui 9 fatali. In Italia, tuttavia, non c’è ad oggi una situazione di allarme poichè, nel nostro Paese ci sono “pochissime” partite di verdure surgelate a rischio. Ora, però, il pericolo di contaminazione si estende anche a prodotti non surgelati: per questo, chiede Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, contro il pericolo listeria “occorre introdurre subito l’obbligo dell’etichetta d’origine su tutti i salumi e i prodotti trasformati, per tutelare i consumatori in una situazione che vede oggi salami su tre venduti in Italia provenienti dall’estero, ma anche togliere il segreto sui flussi commerciali con l’indicazione pubblica delle aziende che importano prodotti per consentire interventi rapidi e mirati. Di fronte infatti all’atteggiamento “incerto e contradditorio dell’Unione Europea – sottolinea la Confederazione – che obbliga ad indicare l’origine in etichetta per le uova ma non per gli ovoprodotti, per la carne fresca ma non per quella trasformata in salumi, per l’ortofrutta fresca ma non per i succhi, le conserve di frutta o per gli ortaggi conservati, l’Italia che è leader europeo nella trasparenza e nella qualità, ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie anche con una profonda revisione delle norme comunitarie”. Secondo il sistema di allerta rapido comunitario (Rasff), nel primo semestre del 2018 in Italia si sono verificate 222 emergenze alimentari secondo soprattutto per la presenza di microrganismi patogeni, microtossine, metalli pesanti, infestazione da parassiti o corpi estranei su alimenti provenienti in quasi 9 casi su 10 dall’estero. La listeriosi, spiega sul suo sito l’Istituto superiore di sanità, è un’infezione causata dal batterio Listeria monocytogenes, generalmente dovuta all’ingestione di cibo contaminato, e può assumere diverse forme cliniche, dalla gastroenterite acuta febbrile alla forma invasiva. Le donne in gravidanza di solito manifestano una sindrome simil-influenzale e le infezioni contratte in gravidanza possono comportare serie conseguenze sul feto. In adulti immuno-compromessi e anziani, la listeriosi può causare meningiti, encefaliti, gravi setticemie. Queste manifestazioni cliniche sono trattabili con antibiotici, ma la prognosi nei casi più gravi è spesso infausta. L’incubazione media è di 3 settimane, ma può prolungarsi fino a 70 giorni.

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