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Air Canada, donna si risveglia in un aereo parcheggiato

29 Giugno 2019 da dagata

Air Canada, donna si risveglia in un aereo parcheggiato. L’avevano dimenticata dopo l’atterraggio. La compagnia aerea di bandiera del Canada apre un’indagine interna per capire come sia potuto succedere

Una passeggera di un volo Air Canada diretto a Toronto ha raccontato di essersi ritrovata alcune ore dopo l’atterraggio del suo volo, dopo essersi svegliata da sola, all’interno dell’aereo e di essersi spaventata moltissimo. La donna, Tiffani Adams, ha raccontato su Facebook che il personale di volo si era dimenticato di lei dopo l’atterraggio. L’aereo era senza corrente, completamente al buio. La passeggera a quel punto è riuscita a chiamare una sua amica con il cellulare, che però si è scaricato dopo neanche un minuto. E dato che non c’era elettricità, non ha nemmeno potuto ricaricarlo. In questa difficile situazione ha infine deciso di dirigersi nella cabina di pilotaggio e, con l’aiuto di una torcia, ha cercato di segnalare la propria presenza all’esterno. Nessuno ha visto i segnali di Sos che ha fatto con una torcia dal finestrino, quindi ha provato a scendere dall’aereo. A quel punto la donna è stata presa dal panico ed è corsa nella cabina di pilotaggio, dove ha trovato dei walkie talkie che però si sono rivelati inutilizzabili. Nel frattempo l’amica aveva allertato il Toronto Pearson Airport per dare l’allarme. In un post su Facebook condiviso sulla pagina di Air Canada da un’amica della Adams, Tiffani ha definito la sua esperienza “terrificante”, tanto che da allora avrebbe avuto “incubi ricorrenti” sulla sua disavventura. La protagonista della disavventura, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è riuscita ad aprire il portellone e ha attirato l’attenzione del personale di terra dell’aeroporto, il cui intervento è stato risolutivo. A ritrovare la donna in stato di shock è stato un addetto ai bagagli. Adams ha raccontato di soffrire anche di disturbi legati all’ansia. Air Canada si è messa in contatto con lei, chiamandola due volte nell’ambito dell’indagine sull’accaduto e porgendole le sue scuse ufficiali.

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