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Formaggini richiamati per rischio chimico

13 Novembre 2019 da dagata

Formaggini richiamati per rischio chimico

Il Ministero della salute ha diffuso oggi il richiamo di un lotto di formaggini freschi di capra “Cuor Di Capra – Fiorone” per la presenza di sostanze inibenti nel latte di lavorazione. Il prodotto in questione è venduto in scatole, con il numero di lotto L.2210 e il termine minimo di conservazione 08/09-12-2019. Il prodotto è realizzato dal Caseificio Cattaneo srl, nello stabilimento di via M. Biagi n 18 a Lomagno in provincia di Lecco. A scopo precauzionale, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda di non far consumare, in particolare ai bambini, il prodotto con il numero di lotto segnalato e riportarlo al punto vendita d’acquisto. La presenza di sostanze inibenti nel latte crudo rappresenta non solo un problema di sanità pubblica veterinaria, legato alla possibile presenza di residui nei prodotti in cui viene trasformato il latte ma anche un problema tecnologico per l’alterazione della fermentazione del latte durante la sua trasformazione in formaggio. Nonostante il comune interesse per la tutela della salute pubblica da parte degli organi ufficiali e per la qualità delle produzioni da parte dei caseifici, la ricerca delle sostanze inibenti rappresenta a tutt’oggi un problema in termini di sensibilità, specificità e rapidità. Oggi la ricerca delle sostanze inibenti nel latte avviene, secondo quanto previsto dal D.M. 26/03/1992 che recepisce la Decisione CEE 91/180, con metodo microbiologico. Il maggior problema causato dall’assunzione involontaria di antibiotici è la cosiddetta farmaco-resistenza che limita l’efficacia degli stessi in caso di effettivo bisogno, sia perché causano un indebolimento dell’ organismo sia perché avviene una selezione dei microrganismi resistenti. L’abuso di queste sostanze in zootecnia potrebbe determinare conseguenze dannose per la salute umana nel caso di ingestione ripetuta di prodotti contenente residui. Dal 1994 è attivo in tutta Europa il cosiddetto piano residui, che obbliga tutti gli stati membri ad effettuare controlli per verificare l’eventuale presenza di sostanze lecite e illecite negli animali in allevamento, nei mangimi e nei prodotti di macellazione al fine di verificare la presenza, negli alimenti di origine animale, di sostanze pericolose per la salute pubblica.

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