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Mercati finanziari, dopo la trade war e la Brexit il nuovo timore viene dalla Cina

25 Dicembre 2019 da helly

I mercati finanziari globali sembrano aver superato due fronti di grande minaccia. Il primo è la guerra dei dazi, che sembra incanalata adesso su binari migliori dopo il raggiungimento dell’accordo di “fase uno”. Il secondo è la Brexit, con il rischio di un no deal che s’è fatto meno concreto dopo la larga vittoria elettorale del premier Boris Johnson.

Bond cinesi e mercati finanziari

bond cinesiTuttavia, molti analisti delle grandi agenzie di rating sono stati subito pronti a individuare i fronti più caldi per il mercati finanziari nel 2020. E molti convergono nel ritenere che le insidie arriveranno soprattutto dai bond cinesi, ovvero quelle obbligazioni di emissioni non statale bensì delle società private.

Perché c’è questo timore? Essenzialmente per la loro maggiore vulnerabilità rispetto a quelle possedute dallo Stato, che le rende una faglia molto significativa, in grado cioè di provocare un sisma sui mercati finanziari. Un problema nella seconda economia mondiale infatti, per effetto di correlazioni e valute correlate, si potrebbe propagare anche a moltissimi paesi del mondo.

L’alto numero di default

Il dato eclatante in questo senso è l’alto ritmo dei default delle aziende private cinesi, ovvero il mancato rimborso dei titoli giunti a scadenza. Su queste aziende si sta facendo infatti sentire il rallentamento dell’economia della Cina, evidenziato dai migliori indicatori affidabili, che è stato causato dalla guerra dei dazi e da altri fattori, che ha indebolito la produzione delle aziende.

Inoltre nell’ultimo periodo sono cresciuti i prestiti a leva. Peraltro il governo di Pechino ha dovuto mettere in pausa la stretta contro questa pratica, che porta a un aumento del rischio, procedendo con maggiori stimoli in tema di politica monetaria. A risentire di più dell’aumento dei default sono principalmente le obbligazioni cinesi onshore, ovvero i bond denominati in renminbi.

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