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Produzione, l’impatto del Covid ha creato un duro contraccolpo al settore dell’acciaio

29 Aprile 2020 da helly

La pandemia ha messo in ginocchio l’attività economica globale. Le misure di lockdown messe in campo dai governi per fronteggiare l’emergenza sanitaria, anche se necessarie hanno avuto ripercussioni durissime su tutti i settori produttivi. Non fa eccezione il mercato dell’acciaio, riguardo al quale i report di marzo sulla produzione hanno evidenziato i numeri del crollo.

Acciaio e produzione, i dati del crollo

produzione acciaioI produttori di Europa e Asia hanno dovuto tagliare la produzione a seguito della pandemia. Per questo gli analisti erano preparati a leggere una riduzione cospicua delle tonnellate prodotte a marzo. Ma i numeri sono andati al di là delle peggiori aspettative. E quel che è peggio riguarda la prospettive. Infatti nei prossimi mesi gli effetti della pandemia dovrebbero sentirsi ancora con forza, e i numeri potrebbero andare anche molto peggio (specie quelli di aprile).

Italia maglia nera in Europa

Secondo la World Steel Association, la produzione globale di acciaio grezzo di marzo – con riferimento ai 64 paesi aderenti – è arrivata a 147,1 milioni di tonnellate. Circa 10 tonnellate in meno rispetto a quelle prodotte lo stesso mese dello scorso anno. Complessivamente, la produzione mondiale di acciaio grezzo è stata di 443 milioni di tonnellate nei primi tre mesi del 2020, in calo dell’1,4% rispetto allo stesso periodo del 2019. I lockdown hanno portato a riduzioni produttive di acciaio grezzo a doppia cifra in tante nazioni. Qui da noi in Italia, la discesa dell’offerta è giunta al 40,2%. Abbiamo tagliato il doppio della Germania (-20,9%) e te volte rispetto alla Francia (-13,2%) e alla Spagna (-14,6%).

I tre grandi produttori

Al di fuori del Vecchio Continente, i numeri pesanti riguardano anche due degli altri maggiori produttori di acciaio del mondo (completa il trittico dei three white soldiers la Cina). In Giappone c’è stato un calo della produzione di acciaio del 9,7%, mentre negli Stati Uniti del 6%. Negli USA la produzione da inizio anno fino al 25 aprile 2020 è stata di 28.850.000 tonnellate nette, con un tasso di utilizzo delle capacità del 75,4% e in calo dell’8,3% rispetto alle 31.449.000 tonnellate nette nello stesso periodo dell’anno scorso, quando il tasso di utilizzo della capacità era stato dell’81,5%.

Paradossalmente, i numeri meno drammatici si sono registrati in Cina. Ovvero la prima economia colpita dal coronavirus. La produzione di acciaio a marzo è diminuita dell’1,7% rispetto a marzo 2019. Non è un caso che China Baowu Steel Group abbia superato ArcelorMittal – che si è infilata in un Canale di Keltner ad alta volatilità – nella produzione di acciaio grezzo. È la prima volta che, sebbene la Cina sia il principale produttore mondiale di acciaio, un singolo produttore cinese arriva al primo posto. E che ArcelorMittal perda il primato che durava da tredici anni.

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