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A2A, Renato Mazzoncini a “Repubblica”: “In Italia ancora troppe discariche”

16 Ottobre 2021 da newslcvproffice

Intervistato da “Affari&Finanza”, l’AD di A2A Renato Mazzoncini lancia l’allarme sull’esaurimento delle discariche italiane e sulla necessità di realizzare nuovi impianti per trasformare i rifiuti in valore.

Renato Mazzoncini

Renato Mazzoncini (A2A): “Per risolvere il problema dei rifiuti necessari oltre 4 miliardi”

La gestione dei rifiuti continua ad essere uno dei punti deboli del Paese. Sul fronte del conferimento in discarica, con il suo 21% l’Italia è molto lontana dal rispettare la soglia del 10% fissata dall’Europa. Attualmente sono 131 le discariche attive sul territorio e, secondo le ultime stime, entro pochi anni potrebbero vedere esaurita la loro capacità residua. Una vera e propria emergenza che non può essere più ignorata. Sul tema è intervenuto Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di A2A. “Per dare una idea – ha spiegato in un’intervista su “Repubblica” – ogni anno è come se occupassimo con i rifiuti un volume pari a 26 volte il Duomo di Milano. Rifiuti che dovrebbero in larga parte essere recuperati o trasformati in energia, in una logica di economia circolare. Invece così li sprechiamo e basta”. Il motivo principale per cui troppi rifiuti finiscono in discarica è presto detto: a mancare sono gli impianti, soprattutto nel Mezzogiorno. Un gap che, secondo i dati riportati da Renato Mazzoncini, potrebbe essere colmato con investimenti tra i 4 e i 4,5 miliardi.

A2A pronta ad investire al Sud, Renato Mazzoncini: “Servono quadro regolatorio e fondo di garanzia”

I benefici di una gestione efficiente del ciclo dei rifiuti sarebbero enormi, spiega Renato Mazzoncini: “Se venissero realizzati gli impianti necessari non solo eviteremmo di continuare a pagare le multe della Ue per l’eccessivo ricorso alle discariche, ma potremmo anche creare lavoro e ricchezza, perché l’indotto che verrebbe generato vale circa 12 miliardi”. A questi andrebbe poi aggiunto un risparmio di oltre 500 milioni l’anno per le famiglie italiane grazie alla riduzione della Tari. Gli ostacoli principali di questa strategia sono due: da un lato il cosiddetto effetto Nimby, ossia il sentimento che porta i cittadini a non volere impianti sul proprio territorio. Resta poi la questione dello sviluppo del Sud, dove molte Amministrazioni locali spesso hanno problemi di riscossione proprio della Tari. A2A è disponibile ad investire, come già avvenuto. Due le condizioni che potrebbero velocizzare il processo, conclude Renato Mazzoncini: “La prima riguarda un chiaro quadro regolatorio: occorrono certezze sulle tariffe. E sotto questo aspetto l’Authority ha già deliberato in maniera chiara. L’altro punto riguarda l’approvazione di un fondo di garanzia pubblico che copra l’eventualità in cui i Comuni si dovessero trovare in difficoltà con i pagamenti per non aver incassato una parte della Tari”.

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