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Il prezzo del gas naturale spinge l’inflazione, per l’Italia la ripresa è a rischio

31 Ottobre 2021 da helly

Una delle minacce più grandi che incombono sulla ripresa economica è l’inflazione. Prezzi più alti erodono la capacità di spesa delle famiglie e delle imprese, e in definitiva abbattono i consumi.
Al momento l’innesco più pericoloso a questa dinamica è il prezzo del gas naturale.
L’effetto a catena potrebbe incidere sulla ripresa economica dell’Italia.

Cosa accade al prezzo del gas naturale

gas naturaleIl “Natural Gas” è schizzato verso l’alto quest’anno, durante il quale il prezzo è quasi quadruplicato, e i pattern di inversione non segnalano cambi di rotta per le prossime settimane.
Alla base di questa impennata ci sono fattori che hanno riguardato tanto la domanda di mercato che l’offerta.

Dinamiche domanda e offerta

Sul lato della domanda, sono i consumi energetici ad aver avuto un ruolo cruciale. Lo scorso anno c’è stato un inverso tanto freddo e una estate molto calda, con inevitabile picco di richiesta di gas per condizionamento. Ma per reggere a questo urto, sono state intaccate le riserve disponibili.

Di gas insomma ce n’era già di meno quando sono arrivati anche i problemi dal lato dell’offerta. Nel 2021 infatti Norvegia e Russia, le due principali fonti di gas naturale per la UE, hanno ridotto l’output.
Non solo, a causa della maggiore domanda da parte dell’Asia (Cina in primis), una parte dell’offerta russa è stata dirottata verso Pechino.
Questo mix esplosivo si è abbattuto sul mercato, spingendo il prezzo del gas natuale verso l’alto del 380% da inizio anno.

Il mix esplosivo sull’inflazione

Ecco allora che i possibili riflessi sull’inflazione complessiva sono cresciuti.
Questo discorso vale soprattutto per quei paesi che sono più dipendenti da questa risorsa, e quindi risentono maggiormente della crescita del prezzo del gas naturale.
Secondo l’analisi fondamentale dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE), in Europa sono i Paesi Bassi quelli messi peggio. Il gas naturale rappresenta il 43% del loro uso totale di energia.
Purtroppo per noi, siamo al secondo posto con il 41%, e dietro di noi c’è il Regno Unito (39%).

Il problema è che l’aumento dell’inflazione energetica non avrà ripercussioni sultanto sulla bolletta, ma avrà forti effetti indiretti come maggiori costi di produzione, che impatteranno sui prezzi di beni e servizi. A tutto danno del potere d’acquisto dei consumatori.

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