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Quotazione in Borsa, un’opportunità che molte imprese si lasciano sfuggire

8 Novembre 2022 da helly

Il panorama economico italiano è ricchissimo di imprese che hanno grande ambizione di crescere. Hanno idee e vivacità per poterci riuscire, ma spesso evitano di compiere un passo che pure sarebbe molto importante: la quotazione in Borsa.

Sono poche quelle che scelgono la quotazione in Borsa

quotazione in borsaDiversi fattori scoraggiano le nostre aziende a raccogliere la grande opportunità rappresentata dalla quotazione in borsa. Paletti di natura legale, fiscale, contabile e anche di business, sono ritenuti troppo ingombranti. E poi c’è quel “pregio-difetto” di ritenere un’azienda come una proprietà di famiglia, che deve rimanere in famiglia ed essere tramandata all’interno della famiglia. La quotazione viene vista come una perdita di potere sulla propria creatura.

Un dato è eclatante: a Londra le società quotate sono oltre un migliaio, quasi 10 volte quelle di Milano.

Eppure quelle imprese che hanno davvero l’ambizione di migliorare e crescere dovrebbero cogliere questa occasione. Anzitutto perché la quotazione in borsa significa raccogliere capitali di rischio che non bisognerà mai restituire. In secondo luogo perché la quotazione offre una vetrina enorme all’impresa, che si mette in mostra sotto gli occhi di tutti: clienti, fornitori, opinione pubblica, concorrenza, investitori istituzionali e consulenti.

Un processo lungo ma fattibile

Arrivare alla quotazione in Borsa è sicuramente un processo tortuoso ma sicuramente fattibile. La tempistica va da un minimo di 4-5 mesi per le aziende già note e pronte, sino ad un massimo di 12-15 mesi per quelle che invece non lo sono ancora.

Ma del resto i vantaggi di risultare appetibili agli occhi degli investitori, richiede un attento esame delle autorità di vigilanza. Infatti occorre essere regolamentati Consob e rispettare anche dopo le regole ferree stabilite dal nostro istituto di vigilanza dei mercati.

Requisiti

Un’impresa che vuole quotarsi deve innanzitutto avere una bella “equity story”. Significa prospettare una strategia vincente che dovrebbe portare in futuro a una crescita di valore. Chiaramente occorre avere una gestione trasparente, e bisogna prospettare una gestione ottimale delle risorse che l’impresa raccoglierà sul mercato.

Soddisfatti questi requisiti sostanziali, si può ambire a ottenere il via libera per l’operazione di IPO (initial public offering). Resta poi da mettere insieme un “dream team” di advisor (banche o società di Intermediazione Mobiliare) per la concreta quotazione e l’attrazione degli investitori.

Benefici maggiori degli oneri

In definitiva, il percorso che conduce le imprese alla quotazione in Borsa è sicuramente faticoso, ma carico di potenziali benefici derivanti dal costante confronto con il mercato dei capitali.
Non è solo un’operazione di finanza straordinaria, ma una vera e propria strategia di crescita per favorire lo sviluppo dimensionale e industriale.

Un esempio positivo è quello di Take off, una società pugliese attiva nel retail trade di abbigliamento e accessori per adulto e bambino. Dopo essere sbarcata sul listino Euronext Growth Milan con un prezzo di collocamento di 4 euro, ha disegnato subito un doppio massimo pattern, e dopo una bella corsa a maggio scorso erano arrivate a 5,39. In fase di collocamento ha raccolto 12,5 milioni di euro.

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