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Giampiero Catone: incentivi e sgravi solo a chi assume non è la soluzione

29 Marzo 2023 da articolinews

Il futuro dell’occupazione in Italia è al centro del dibattito politico ed economico. La sfida del lavoro è cruciale per la crescita del Paese, per il benessere diffuso e per la prevenzione di “una bomba sociale che continuiamo a ignorare”. Ne parla Giampiero Catone nel suo editoriale pubblicato su “La Discussione”.

 Giampiero Catone

Giampiero Catone: utilizzare i fondi in arrivo per creare nuova occupazione

Per far sì che l’occupazione possa aumentare, scrive Giampiero Catone, non basta incentivare e concedere sgravi fiscali solo a chi assume, occorre creare le condizioni per inserire nel tessuto produttivo non solo le mansioni tradizionali ma anche le nuove professionalità, compresi giovani e donne. In tal senso, il recente annuncio dell’arrivo di 28,6 miliardi di euro complessivi per finanziare 21 programmi regionali e sei programmi nazionali, di cui 14,81 di risorse europee e 13,83 miliardi di cofinanziamento nazionale, rappresenta una grande opportunità per investire nel futuro dell’occupazione. In particolare, i giovani e le donne saranno i protagonisti del maxi piano. Per promuovere l’occupazione giovanile, il Governo sta lavorando su politiche attive e nuovi assunti, ad esempio attraverso la decontribuzione per gli under 36. Tuttavia, ricorda Giampiero Catone, non basta incentivare le imprese, occorre garantire anche salari soddisfacenti ai giovani e alle donne, che rappresentano una quota significativa dei NEET, ovvero giovani che non sono né studenti né lavoratori.

Giampiero Catone: “Agire e dare segni chiari e concreti alle imprese

Secondo le rilevazioni elaborate dalla Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro su dati Unioncamere, ricorda Giampiero Catone, il mercato italiano a fine 2022 aveva bisogno in media di 238mila laureati e 335mila diplomati secondari. Rappresentano i due terzi del fabbisogno complessivo. A questi si aggiungerebbero 130mila diplomati delle scuole di formazione professionale. Tuttavia, mancano ancora 47mila laureati ogni anno e il 40% dei diplomati richiesti dalle scuole di formazione professionale. “C’è ora da sperare che si sappiano utilizzare i fondi in arrivo per creare nuova occupazione, che si dia alle imprese la possibilità di assumere e potenziare gli organici con sgravi e incentivi ad hoc per i neo assunti. Il tempo delle decisioni incalza, non basta fare convegni e annunci”, conclude Giampiero Catone sottolineando che “è giunto il momento di agire e di dare segni chiari e concreti alle imprese che vogliono ampliare l’organico ai giovani che cercano un inserimento e riconoscimento sociale ed economico”.

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