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Concorrenza sempre più aspra per le materie prime critiche

13 Maggio 2024 da helly

Il cammino della new economy si lega indissolubilmente ad alcune materie prime. Ce ne sono circa una trentina che servono per arrivare a un’economia più sostenibile. Sembrano tante, ma in realtà la loro offerta è molto ridotta, e questo renderà la concorrenza per accaparrarsele sempre più aspra.

Forniture, produzione e concorrenza

materie primeDopo anni di dibattito, l’Europa ha deciso che era ora di darsi un regolamento per gestire la fornitura di materie prime come litio, cobalto, magnesio, nichel, gallio. Anche perché la guerra in Ucraina ha fatto chiaramente capire quanto possa essere critico dipendere dagli altri.

Migliaia di aziende dell’energia, dell’aerospazio, di settori ad alta tecnologia, che oggi sono connessi a filo doppio con la Cina, in caso di shock rischiano un blocco della produzione, anche perché la concorrenza farebbe schizzare i prezzi a livelli altissimi.
Per alcune materie prime critiche infatti l’Ue dipende da dieci anni esclusivamente dalla Cina, che fornisce il 100% dell’approvvigionamento.

Il Critical raws material act

E’ fuor di dubbio che l’Ue non sarà mai autosufficiente per molte delle materie prime critiche, ma almeno mira a diversificare l’approvvigionamento dei lotti e minilotti di prodotti. L’obiettivo del regolamento “Critical raws material act” è proprio questo: limitare le importazioni, e quindi la dipendenza dall’estero, per alimentare la produzione interna. Là dove possibile, si deve cercare di estrarle.

Entro il 2030 si deve arrivare ad almeno il 10% delle materie prime critiche di estrazione locale. Circa il 40% deve arrivare da trasformazioni interne all’Ue; almeno il 25% da materiali riciclati; non più del 65% del consumo deve dipendere da un singolo Paese terzo.

Disponibilità e prezzo

Oltre che una questione di fornitura, è anche una questione di prezzo. Se non c’è concorrenza, la quotazione è destinata a crescere in presenza di una domanda forte.

Al momento la iper-produzione cinese ha fatto crollare il prezzo sul mercato mondiale del cobalto, perché a causa della minore richiesta di veicoli elettrici c’è un forte eccesso di offerta. I prezzi del cobalto sono così scesi ai minimi dal 2021 intorno a 28.550 $ per tonnellata, con l’OBV (on balance volume) che segnala scambi ancora ridotti. Ma si prevede che nei prossimi semestri la domanda crescerà, e allora anche il prezzo tornerà a salire.
Casi analoghi però riguardano diversi settori e diverse commodities. Per questo l’UE ha deciso un cambio di passo, ben consapevole che questo solleverà polemiche da parte di comitati e ambientalisti per la ripresa di estrazioni.

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