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Mercato azionario, gli shock geopolitici sono davvero così importanti?

4 Luglio 2025 da helly

Nonostante il clima di forte instabilità dal punto di vista geopolitico, principalmente a causa del Medioriente, le reazioni del mercato azionario americano sono state tutto sommato blande. Ma questo non deve stupire, perché se guardiamo ai precedenti storici ci rendiamo conto che, dopo questi shock geopolitici, gli indici di borsa di Wall Street recuperano quasi sempre in tempi rapidi.

Le reazioni del mercato azionario

medio orienteNon c’è dubbio che l’impatto di un potenziale conflitto tra Iran e Israele, e soprattutto la possibile chiusura dello stretto di Hormuz, poteva spaventare non poco il mercato azionario americano. Eppure ha reagito in maniera soft sia agli attacchi reciproci tra Israele e Iran, sia all’attacco americano all’Iran.

Se apriamo qualsiasi broker opzioni binarie e accediamo alla sezione degli indici di Wall Street, vediamo che S&P500 e Nasdaq 100 hanno addirittura raggiunto nuovi massimi storici.
Ma non si tratta di un caso isolato, visto che anche i precedenti storici confermano che gli shock geopolitici raramente hanno un impatto duraturo su Wall Street.

Gli shock geopolitici nel corso degli anni

Un’analisi condotta da Payden & Rygel mostra come, a seguito delle turbolenze di carattere geopolitico, in media l’indice S&P500 perde appena il 5,6% ma lo recupera in tempi rapidi. In occasione dell’ultimo shock ci sono voluti soltanto 16 giorni. Ciò evidenzia che l’equity statunitense sa reagire con prontezza di fronte a eventi anche imprevedibili e improvvisi.

Se allarghiamo la storia di parecchio, considerando tutti gli shock avvenuti dal 1939 a oggi, questa indagine evidenzia che nel 60% dei casi le perdite accumulate nel breve periodo dal mercato azionario americano impiegano massimo un mese ad essere riassorbite. Se consideriamo i primi due mesi, la percentuale sale all’80%.
Questi numeri servono a ridimensionare l’allarme che spesso accompagna gli shock sul fronte internazionale. Inoltre nei dodici mesi successivi l’indice S&P500 in media mette a segno un rendimento del 14%.

L’importanza del contesto

Un aspetto interessante che riguarda questo scenario è la rilevanza del contesto in cui questi shock geopolitici avvengono. Se l’economia attraversa una fase di recessione o un contesto di inflazione persistente, i tempi che il mercato azionario impiega per recuperare si allungano. Accadde così ad esempio nel 1973, quando ci fu lo shock petrolifero. Il ritorno alla normalità richiese diversi mesi.

Conclusioni

L’analisi condotta dalla team di Payden & Rygel suggerisce che quando si investe nel mercato azionario bisogna mantenere una visione strategica, ignorando i picchi di volatilità che nascono dagli shock sul fronte geopolitico. Non bisogna seguire la massa, fare copytrading, ma bisogna mantenere i nervi saldi e superare la bufera.
Soltanto se questi eventi comportano un deterioramento forte della congiuntura economica, bisognerà modificare la propria strategia.

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