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Economia giapponese, ecco arrivare i primi segnali di debolezza

22 Gennaio 2019 da helly

L’economia globale continua a confermare i segnali di rallentamento, che si estendono dagli USA fino all’Europa fino all’Oriente. Se sul versante orientale è la situazione cinese quella che preoccupa di più i mercati, non è meno delicata quella del Giappone. Anche per il paese nipponico il 2019 si prospetta più ricco di insidie che di opportunità.

Le insidie per l’economia giapponese

economia giapponeseDopo aver vissuto un lungo periodo di crescita, questo primo scorcio di 2019 ha evidenziato un tasso di crescita dell’economia giapponese in rallentamento, come peraltro sta accadendo a livello globale. Proprio la frenata diffusa potrebbe avere delle ripercussioni nel paese del Sol Levante. Anzitutto sulle esportazioni giapponesi e sui titoli ciclici come quelli dell’automazione industriale, che sono fortemente esposti ai cicli della vicina economia cinese. In secondo luogo sulla valuta, che di questo clima di avversione al rischio sta beneficiando. Infatti lo Yen è il bene rifugio per eccellenza, quello in cui si tuffa chi adotta strategie trading giornaliero quando le cose volgono al peggio. Nell’ultimo mese la valuta nipponica ha guadagnato oltre 3 e 4 punti percentuali contro euro e dollaro.

Va anche aggiunto che i consumi potrebbero risentire del rialzo delle tasse che ci sarà a ottobre 2019 (l’IVA che passerà dall’8% al 10%). L’impatto di tali misure potrebbe però essere limitato, visto che nel 2019 ci si aspetta che il Giappone non debba far fronte a pressioni deflazionistiche. Inoltre i lavoratori dipendenti hanno già beneficiato di un incremento dei salari di oltre il 2% negli ultimi 5 anni (peraltro l’ultimo report è stato il migliore in cinque mesi).

Il ruolo della Banca centrale

Su tutto, domina però la scena la Bank of Japan, essenziale per condurre una accurata analisi fondamentale forex. L’istituto centrale nipponico è l’unico tra quelli di maggior prestigio a non aver neppure preso in considerazione l’ipotesi di una stretta monetaria (ricordiamo che i tassi di interesse sono ancora in territorio negativo). Dopo aver modificato la banda di oscillazione dei bond governativi la scorsa estate, qualcosa potrebbe accadere proprio durante quest’anno. La strada della normalizzazione della policy monetaria potrebbe essere finalmente battuta. Quanto potrebbe incidere si capisce valutando un fatto: nel 2018 l’unico mercato sviluppato a reggere il colpo è stato il Giappone, che ha chiuso il 2018 con saldi netti positivi per 66,1 miliardi. Molti analisti ritengono che ciò sia dovuto proprio alla politica di stimolo monetario ancora in vigore in Giappone. Cosa accadrebbe se finisse?

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