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Tumori infantili: il motore della ricerca è nella torre della Città della Speranza

13 Luglio 2012 da serenapp

L’8 giugno 2012 è una data destinata a rimanere nella storia della città di Padova e nel cuore di tutte quelle famiglie che vivono le difficoltà del tumore infantile: è la data dell’inaugurazione della Torre della Città della Speranza.

Il polo, sito nella zona artigianale di Padova, è destinato a diventare il più grande centro europeo dedicato alla ricerca scientifica sulle malattie infantili, e in particolare sui tumori; all’inaugurazione erano presenti anche il vescovo Antonio Mattiazzo, che in rappresentanza della Chiesa ha provveduto a benedire la struttura, il presidente della Regione Zaia, la Presidente della Provincia Barbara Degani, il Sindaco Zanonato ed era prevista anche la presenza del capo dello Stato, assente per l’inaspettata emergenza sisma in Emilia.

Bisogna ammettere che la città di Padova non è nuova alle importanti scoperte in campo scientifico: l’ultimissima novità che riguarda la scoperta del Bosone di Higgs è infatti stata fatta anche grazie al contributo dell’Ateneo padovano e all’Infn, che hanno progettato, realizzato ed installato le camere muoniche, che hanno permesso di rilevare le tracce lasciate dal bosone; alla base della ricerca ci sono poi molte aziende che si occupano della ricerca dal punto di vista delle apparecchiature e degli strumenti per i laboratori scientifici di tutta Italia, come ad esempio Vetrotecnica, azienda storica nel panorama padovano. Il progetto architettonico è stato portato a termine dopo quattro anni di lavoro, sotto la guida dell’architetto romano Paolo Portoghesi, che per questo edificio dedicato alla ricerca sulla cura dei tumori infantili ha pensato ad una struttura che ricorda sia la forma di un angelo con ali socchiuse che la doppia elica ascendente di una molecola di Dna, volendo esprimere quindi un duplice messaggio di fiducia nelle potenzialità della ricerca scientifica e della solidarietà umana verso chi soffre.

Nella struttura a grattacielo sono stati investiti 32 milioni di Euro da parte della Fondazione Città della Speranza, ovvero da donazioni spontanee di decine di migliaia di cittadini italiani, ma soprattutto padovani, e dall’eccezionale donazione della pediatra Anna Maria De Claricini, che ha devoluto alla città della speranza ben 4.5 milioni di Euro, cioè ben il 90% dei suoi beni, senza poi contare gli enti pubblici e privati che hanno partecipato- a vario titolo- al progetto (La Regione, il Comune, la Provincia, la Camera di Commercio, il Consorzio Zona Industriale e la Fondazione Cariparo). La fondazione Città della Speranza si è impegnata a coprire tutti i costi di gestione dell’istituto e ad investire almeno 1 milione di Euro in progetti di ricerca scientifica pediatrica, grazie anche al contributo di partner pubblici e privati come la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, che ha stanziato 10 milioni di Euro.

La struttura, già rinominata “la torre della speranza” conta 10 piani, per un totale di 17.500 metri quadri a disposizione di almeno 350 ricercatori e ospiterà laboratori didattici e di ricerca del dipartimento di Pediatria dell’Università di Padova, del Dipartimento di Scienze oncologiche chirurgiche dell’Università di Padova, della Fondazione Penta e di La Nostra Famiglia IRCCS Medea. Fra gli scienziati che entreranno a far parte del team della torre, anche il Dr. Paolo De Coppi, primario del Great Ormond Street Hospital di Londra, che sarà coordinatore dell’équipe di Medicina Rigenerativa con la Dott.ssa Michela Pozzobon. Inoltre due piani dell’istituto saranno dedicati alla nuova sede dell’Istituto Zooprofilattico delle Tre Venezie, che porta nella torre anche il contributo della dottoressa Ilaria Capua, una delle migliori virologhe nel campo della trasmissibilità delle malattie dall’animale all’uomo a livello mondiale.

Serena R.

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