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Incontro con Roberto Gervaso organizzato da Salvo Nugnes per Cultura Milano

16 Dicembre 2013 da ufficiostampa

Una presenza di forte spicco nell’esclusiva galleria milanese “Milano Art Gallery” sita in via G. Alessi 11, quella dell’affermato giornalista scrittore Roberto Gervaso, che racconta il suo libro di recente pubblicazione “Lo stivale zoppo” (Mondadori). La prestigiosa iniziativa si svolge Giovedì 5 Dicembre alle ore 18.00 e rientra nel corposo calendario eventi di “Cultura Milano“, il Festival Artistico Letterario ideato e organizzato dal manager Salvo Nugnes per rendere la cultura accessibile a tutti con incontri ad ingresso libero, che coinvolgono personalità illustri tra cui Corrado Augias, Francesco Alberoni, Silvana Giacobini, Umberto Veronesi, Claudio Brachino, Vittorio Feltri.

Nel libro si narra l’ipotetica storia rimasta sconosciuta all’opinione pubblica con protagonista Benito Mussolini, non morto nell’Aprile del 1945, poiché il corpo esposto in Piazzale Loreto non sarebbe stato il suo. Gervaso ne immagina una fuga rocambolesca con scambio di persona. Mussolini si rifugia in Svizzera sotto mentite spoglie e ricomincia una seconda vita trovando lavoro come giornalista, la sua prima grande passione, per un piccolo quotidiano ticinese. Dopo alcuni pungenti articoli il direttore lo manda inviato in Italia per occuparsi di una serie di reportage, che descrivono il nostro Paese dalla ricostruzione al 1968, dal rapimento di Aldo Moro all’ascesa di Berlusconi, fino alle vicende riguardanti il governo Letta e la condanna del cavaliere, creando una storia irriverente con abile arguzia descrittiva.

Gervaso sottolinea “Si parte dalla conferenza di Versailles, perché l’Ottocento finisce nel 1919 e quell’anno getta il seme del fascismo. Suggella la Prima Guerra Mondiale, sono caduti quattro imperi, sono nate le grandi dittature e l’America ha soppiantato l’Europa nella leadership mondiale“. E aggiunge “L’Italia ha vinto una guerra nelle trincee e sulla carta, ma l’ha perduta in diplomazia, società, economia. Era divisa tra le squadre nere all’olio di ricino e quelle rosse, che volevano imporre i soviet. Con i partiti dilaniati e latitanti e i poteri forti, che hanno scelto i fasci nell’illusione di addomesticare Mussolini“.

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