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Un altro scandalo della “carne”. Hamburger avariati

28 Luglio 2014 da dagata

Un altro scandalo della “carne”. Hamburger avariati: McDonald, KFC e Pizza Hut hanno sospeso le ordinazioni da un fornitore cinese accusato di aver utilizzato nei suoi prodotti carne scaduta.

 

Dopo lo scandalo della carne di cavallo della scorsa primavera e la serie di frodi alimentari di natura transazionale segnalate dallo “Sportello dei Diritti”, ora dall’estero giunge la notizia di una nuova inchiesta che l’associazione che si occupa anche della salute e diritti dei consumatori ritiene opportuno comunicare anche nel Nostro Paese, notoriamente importatore di carni dalla Cina. Le catene di fastfood McDonald, Kfc e Pizza Hut hanno sospeso le ordinazioni ad un fornitore cinese che è stato accusato in un programma televisivo di aver usato per i suoi prodotti della carne andata a male. Le tre catene hanno affermato che nei prossimi giorni alcuni dei loro prodotti potrebbero scarseggiare. L’avviso della McDonald e della Yum Brands, proprietaria sia della Kfc che di Pizza Hut, è comparso su Weibo, il twitter cinese, dopo la denuncia di un’emittente televisiva di Shanghai, che ha inviato un giornalista ad indagare sulla Shanghai Husi Food Company.

Nel servizio dell’emittente, la Dragon Tv, si vedono dipendenti della Husi usare nella produzione confezioni di carne scadute a maggio. Inoltre, l’emittente ha mostrato un’email attribuita a un dirigente della compagnia, che chiede ai dipendenti di allungare di dieci giorni le date di scadenza di alcuni prodotti.

Secondo l’agenzia Nuova Cina, ispettori della Shanghai Food and Drug Administration hanno controllato domenica scorsa gli impianti della Husi e ne hanno decretato la chiusura.

Il procuratore di Oldenburg nella Bassa Sassonia sta, infatti, indagando su un impianto di trasformazione di carni a Bad Bentheim.

Alla luce di tale inchiesta e degli scandali in mezza Europa che si susseguono in materia di frodi alimentari che vedono la carne destinata al consumo umano e suoi derivati quale principale protagonista, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” rileva che ancora una volta il sistema di tracciabilità delle carni ha offerto i suoi buchi neri che alla fine potrebbero pesare ancora una volta sulla salute e i diritti dei consumatori.

Se quindi facciamo appello alle istituzioni europee di adottare migliori strumenti normativi e a livello di controlli che garantiscano la tracciabilità, invitiamo comunque anche le autorità sanitarie italiane ad amplificare le verifiche su tutti i prodotti a base di carne che provengono da oltre confine.

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