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Crisi d’impresa: è imperativo un cambiamento culturale, anche da parte dell’imprenditore

21 Ottobre 2021 da RedazioneSB

Questo il monito emerso dal convegno organizzato dall’Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bergamo “Il valore della crisi”.  Ilaria Pagni, membro della commissione al lavoro per adeguare la legislazione fallimentare alla nuova direttiva, a proposito del rinvio dell’entrata in vigore del Codice della Crisi, ha sottolineato: “È un’opera di armonizzazione che richiederà tempo, ma la commissione ha lavorato, intercettando il momento di crisi e in anticipo in risposta alle esigenze delle imprese colpite dagli effetti della pandemia”.

 

È urgente un cambiamento culturale a tutela dell’azienda prima che entri nella fase concorsuale. Una svolta anche da parte dell’imprenditore che deve cambiare mentalità per poter cogliere il prima possibile i segnali sentinella della crisi, quando è ancora possibile salvare l’azienda, affidandosi alle mani di una figura terza, di un facilitatore, esperto della crisi che, da esterno alla procedura, equidistante dalle parti e con grande equilibrio, possa contribuire a conservare l’impresa. Una figura formata, un tecnico con una forte responsabilità professionale ed etica che possa affiancare l’imprenditore, senza sostituirlo, a garanzia dei creditori e delle altre parti interessate, agevolando le trattative necessarie per il risanamento aziendale.

 

È questo il messaggio emerso nel corso della due giorni voluta dall’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bergamo, “Il valore della crisi”, con l’obiettivo di fotografare – insieme ai massimi esperti italiani della materia, giudici, professionisti e docenti universitari – un quadro concreto degli strumenti a disposizione delle imprese per affrontare la crisi, partendo dal Decreto legge 118/2021, che ha introdotto misure urgenti in materia di risanamento aziendale. Il tutto tenendo a fuoco il fattore tempo soprattutto di fronte ai nuovi scenari disegnati dall’emergenza Covid, che, come è stato detto da monsignor Giulio Della Vite, “ha ‘freezzato’ tutto: ha congelato la società, i rapporti, il lavoro, la scuola, la finanza”.

 

Siamo pronti a collaborare con le massime istituzioni per comprendere il processo e superare la situazione di squilibrio prima che si arrivi all’insolvenza. In attesa dell’entrata in vigore del Codice, si fa strada una nuova procedura di composizione negoziale della crisi. È compito di noi professionisti aiutare le imprese a scegliere il percorso più opportuno, cercando di contenere tempi modo da individuare una soluzione alla crisi e perseguendo, dove possibile, l’auspicata ripresa” ha sottolineato poi la Presidente dell’ODCEC di Bergamo Simona Bonomelli in apertura dei lavori.

 

E  a proposito del rinvio dell’entrata in vigore del Codice della Crisi Ilaria Pagni, Ordinario di diritto processuale civile nell’Università di Firenze e membro della commissione al lavoro per adeguare la legislazione fallimentare alla nuova direttiva ha sottolineato: “La decisione di prorogare al 2022 l’entrata in vigore del Codice della Crisi d’impresa era inevitabile. Introdurlo il 1° settembre e modificarlo subito dopo non avrebbe avuto senso, sarebbe stato come cercare di ricomporre un mosaico intervenendo su un solo tassello. Il DL 118/2021 è uno strumento compensativo al rinvio, che con il tempo si inserirà nel Codice. È un’opera di armonizzazione che richiederà tempo, ma la commissione ha lavorato di compensazione, intercettando il momento di crisi e lavorando in anticipo in risposta alle esigenze delle imprese colpite dagli effetti della pandemia”.

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