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Concluso il progetto ISMERS, proposta una nuova tecnica per l’ingegneria civile

6 Dicembre 2021 da inpress

Il progetto ISMERS – Idoneità statica manufatti edili nei centri storici ad alto rischio sismico, con il suo innovativo portato (prove diffrattometriche in loco, calibro-correlatore per le misure ai raggi x, rete neurale per dati in Megapascal), esce dalla fase sperimentale per entra in quella della piena operatività e applicabilità nel campo dell’edilizia, con particolare riferimento alla manutenzione e al rilevamento di criticità ai fini del rischio sismico per viadotti stradali e autostradali, edifici storici di pregio e strutture in cemento armato.

Nei giorni scorsi, con l’accertamento finale di spesa da parte dei funzionari incaricati del MISE Davide Fanti ed Erika De Santis, si è concluso il progetto ISMERS avviato da Betontest srl di Ispica (RG) nel giugno 2018 nell’ambito del programma Horizon 2020 – Pon imprese e competitività 2014/2020 del Ministero per lo Sviluppo economico, in collaborazione con l’Università del Salento e la Xrd-Tools srl. L’eccellenza del progetto è stata sottolineata anche dal Mediocredito Centrale S.p.A. – l’istituto bancario di Invitalia – che lo scorso aprile sul proprio sito web, nella sezione “Storie di successo”, ha dedicato un lungo articolo alla Betontest e alle nuove metodologie di indagine per la sicurezza delle opere edili.

Il progetto, nella prima fase, è consistito in un monitoraggio dello stato di salute di scuole, uffici, immobili storici e di pregio, in otto comuni delle province di Ragusa e Siracusa. Gli edifici da monitorare sono stati individuati di concerto con le amministrazioni locali. Obiettivo: rilevare eventuali criticità e individuare gli interventi di messa in sicurezza, tenuto conto del progressivo invecchiamento delle strutture e dell’elevato rischio sismico della zona. I tecnici si sono avvalsi sia di metodologie tradizionali sia di strumenti innovativi (tecnologia a raggi x, analisi reticolari), che hanno consentito di analizzare lo stato di salute di opere in calcestruzzo e in acciaio direttamente in loco, dunque tenendo conto anche delle tensioni di esercizio e di una serie di parametri che un campione analizzato in laboratorio, non può più restituire. Questi rilevamenti sono stati effettuati con tecniche non distruttive e non invasive: gli uffici e le attività collocate all’interno degli immobili interessati dalle indagini hanno continuato a funzionare regolarmente. Nel corso e ai fini di queste attività, per i tecnici è sorta l’esigenza di interpretare e rendere confrontabile la mole di dati a livello macro, micro e nanoscopico sui materiali da costruzione acquisiti mediante le diverse metodologie d’indagine. Così sono stati sviluppati, da un lato, un calibro-correlatore ISMERS per calibrare le misurazioni a raggi X; dall’altro, una Rete Neurale, cioè un sistema di correlazione, basato su principi di intelligenza artificiale che “traduce” i dati della scala nanometrica in Megapascal, l’unità di misura utilizzata dagli ingegneri per misurare la resistenza dei materiali. L’implementazione di una rete neurale, capace di auto istruirsi attraverso i dati ottenuti dal rilevamento sul posto costituisce un ulteriore passo in avanti nel processo di industrializzazione e digitalizzazione in campo edilizio. Correlando osservazioni ottenute alla scala micro-nanometrica con quelle compiute su una scala più grande, si ottiene un quadro completo e “predittivo”, in grado di fornire anticipazioni e previsioni circa le criticità presenti e future di un edificio o manufatto. Ciò significa poter intervenire tempestivamente con un’adeguata manutenzione e soprattutto con soluzioni e interventi mirati al cuore del problema.

«Il sistema sviluppato da Betontest con i partner del progetto ISMERS è pronto ad operare – spiega Corrado Monaca, capo progetto – L’impiego della diffrattometria per la conoscenza dei materiali, del loro stato di salute e della loro condizione meccanica di servizio rappresenta un’innovazione nel campo della conoscenza e del monitoraggio delle strutture con tecniche non distruttive. Il campo di applicazione è molto vasto. Se si tiene conto del fatto che l’età media delle infrastrutture (ponti, viadotti, dighe) è piuttosto alta, che molte aree del nostro Paese ricadono in zone a forte sismicità e che alcune aree sono interessate da gravi fenomeni di dissesto idrogeologico, si comprende l’importanza del monitoraggio dello stato di salute delle opere edili e infrastrutturali per intervenire tempestivamente e in maniera adeguata. Le nuove tecnologie diagnostiche non invasive, per esempio, potrebbero essere applicate per controllare lo stato di salute di viadotti stradali e autostradali». «Dato l’interesse suscitato dal progetto tra gli attori istituzionali e le categorie professionali interessate – conclude Monaca – nelle prossime settimane organizzeremo un convegno per presentare nel dettaglio le innovazioni introdotte dal progetto ISMERS nel campo dell’ingegneria civile”.

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