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Banche salate per i clienti, i conti correnti sono sempre più costosi

11 Gennaio 2023 da helly

Nonostante da diversi mesi gli istituti centrali di tutto il mondo, incluso la BCE, stiano alzando ripetutamente i tassi di interesse, i clienti delle banche italiane vedono inasprirsi i costi dei loro conti correnti.

Il conto salato delle banche

bancheUna recente indagine ha evidenziato infatti che nell’ultimo anno il canone dei conti correnti in media è cresciuto del 7%. Per una famiglia con un’operatività media, significa che l’importo complessivo da pagare sul conto corrente può superare i 200 euro.

Il fatto in sé non sarebbe nemmeno così grave, se non fosse che a fronte di questo conto così salato, l’indicatore ROC del rendimento è pari a zero (tranne rari casi).

Costo e inflazione

Il rincaro dei costi per la tenuta di un conto corrente si va così ad aggiungere a tutta la sfilza di rincari che i cittadini hanno dovuto affrontare nell’ultimo anno. Dai prezzi della benzina, ai pedaggi autostradali, dai mutui alle assicurazioni. Ed anche il costo dei conti correnti si è iscritto alla lista.
La crescita del 7% è poco più debole del tasso di inflazione acquisita in Italia, che nel 2022 è stata pari al 8,1%.

Il motivo del rincaro

Ma perché le banche hanno aumentato il carico dei costi a carico dei clienti?
Alla base di questa strategia c’è la necessità di fare fronte a dei bilanci che si sono “sporcati” negli ultimi tempi. I conti degli istituti infatti sono finiti sotto pressione per via dell’andamento negativo del mercato, del calo delle commissioni del risparmio gestito e per la frenata dell’economia.
Se trasferissero gli aumenti del costo del denaro da parte della BCE – quattro volte da luglio scorso – sui conti correnti, non ci sarebbe guadagno ma un aggravio ulteriore.

Il problema viene così spostato sulle spalle dei clienti. Infatti non solo devono pagare per tenere parcheggiato il loro risparmio in banca, ma al tempo stesso tale cifra viene erosa dall’inflazione.
Questo problema è tanto più grave se si considera che, dopo un 2022 così negativo per i mercati, i risparmiatori italiani hanno paura di tornare a investire, il trading con i volumi è crollato rispetto all’era pre-Covid, e i parcheggi della liquidità sono ai massimi storici, circa 1.800 miliardi di euro.

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