Comunicati stampa

Si sperava che dopo la crisi legata alla pandemia da coronavirus, l’economia giapponese sarebbe ripartita con forza. Questa ripresa invece sta tardando ad arrivare a causa della combinazione di un’inflazione ancora elevata e di una crescita inadeguata dei salari reali, con conseguenze devastanti riguardo ai consumi.
Per uscire da questo tunnel il governo ha promesso nuove misure contro il carovita.

Tutto nasce dall’inflazione

I problemi economici del Giappone, analogamente a quelli di tutti i paesi del mondo, hanno origine dalla crescita dell’inflazione. I prezzi sono aumentati in ogni ambito, a causa dell’incremento dei costi delle materie prime, in special modo quelle energetiche.

La conseguenza è che il tasso di inflazione annuo in Giappone ha superato il target del 2% fissato dalla Bank of Japan. Peraltro questa situazione va avanti ormai da oltre un anno, e sta gravando enormemente sui consumi e quindi sulla ripresa economica.

Il problema dei salari che non tengono il passo

Se i salari crescessero allo stesso ritmo dell’inflazione, il problema sarebbe contenibile. Invece tutto questo non sta accadendo. Gli stipendi reali adeguati all’inflazione, che definiscono di fatto il potere di acquisto dei consumatori, sono scesi del 2,5% su base annua (diciassettesimo mese consecutivo di calo ad agosto). Significa che lo stesso reddito di un anno fa non riesce a generare gli stessi consumi di un anno fa. Insomma dall’andamento macro giungono segnali in tempo reale che non sono incoraggianti.

Lo specchio dell’economia è la sua valuta

Un riflesso evidente delle difficoltà economiche giapponesi si vede nell’andamento dello Yen. La valuta giapponese si è mantenuta vicino al livello critico di 150 per dollaro (con l’indicatore supertrend in ascesa), che gli analisti temono possa spingere le autorità giapponesi ad intervenire nei mercati dei cambi per sostenere la valuta, cosa che è avvenuta lo scorso anno.

Per cercare di dare slancio all’economia giapponese, il primo ministro Fumio Kishida si è impegnato a estendere alcuni dei sussidi per contenere i costi energetici e quelli dei servizi pubblici, a concedere alle imprese agevolazioni fiscali per aumentare i salari, ma anche di restituire sotto forma di aiuti e sussidi parte delle maggiori entrate fiscali generate dallo Stato in caso di ripresa economica.