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Dalla nascita di Internet ai Big Data: il saggio di Federico Motta Editore

22 Gennaio 2021 da articolinews

Quando e come è nato il web? I Big Data sono un pericolo o un’opportunità? Se ne parla nel saggio che Federico Motta Editore ha dedicato all’evoluzione della rete.

Federico Motta Editore

Federico Motta Editore: i primi passi del web

Come spesso è accaduto per numerose scoperte che hanno rivoluzionato l’umanità, anche internet è stato sviluppato inizialmente per scopi militari. Nel saggio "Internet, la rete", presente all’interno dell’opera "L’Età Moderna" di Federico Motta Editore, Michela Nacci ripercorre le origini che hanno portato alla nascita del web. L’idea si sviluppa negli anni ’50 del ‘900, negli Stati Uniti, quando l’amministrazione Eisenhower avvia una serie di ricerche per realizzare una rete di comunicazione digitale. È il 1969 quando il Dipartimento della Difesa realizza il primo scambio di dati tra due computer distanti grazie alla rete ARPAnet (acronimo di Advanced Research Project Agency). Pochi anni dopo verranno sviluppati il Transmission Control Protocol (TCP) e l’Internet Protocol (IP), grazie ai quali viene definito lo standard per le nuove connessioni. Come si legge nel saggio pubblicato da Federico Motta Editore, bisognerà aspettare fino alla metà degli anni ’90 per assistere alla diffusione mondiale di internet grazie alla nascita del World Wide Web, il sistema ipertestuale sviluppato dall’informatico inglese Tim Berners-Lee, realizzatore del primo sito della storia.

Federico Motta Editore: la rete tra Big Data e privacy

Oggi internet è entrato a far parte della vita quotidiana di ognuno di noi. Scuola, lavoro, intrattenimento: ogni ambito dell’esistenza viene influenzato dalle enormi possibilità concesse dal digitale. Ma tutte le volte che una persona naviga in rete, lascia sempre delle tracce del suo passaggio: i cosiddetti "Big Data". Nel lavoro pubblicato da Federico Motta Editore uno dei temi affrontati è proprio l’importanza del valore dei dati diffusi sulla rete e soprattutto sull’utilizzo che ne viene fatto. Un rilievo reale ed economico: attraverso l’analisi dei Big Data è infatti possibile capire con elevata precisione abitudini, comportamenti e interessi delle persone. Non è un caso che l’utilizzo dei Big Data si sia diffuso soprattutto in ambito marketing. Per questo motivo oggi il termine viene associato, erroneamente, quasi sempre al business e percepito quindi come un rischio per la privacy. Tuttavia, come si legge nel testo di Federico Motta Editore, è fondamentale non "demonizzare" questo concetto. Attualmente i Big Data rappresentano uno strumento essenziale anche per ambiti come la scienza, in particolare la medicina. Ne è un esempio la piattaforma creata dal Consorzio E4C, che riunisce 18 istituzioni e centri di ricerca di sette Paesi europei con l’obiettivo di sfruttare le potenzialità dei supercalcolatori: grazie ai Big Data, è stato possibile anche simulare il comportamento del Covid-19 e identificare così nuove terapie per contrastarlo.

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