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Allarme tigna capitis, boom di contagi dai parrucchieri: “Colpa dei tagli di capelli del tipo undercut”

26 Novembre 2023 da dagata

Allarme tigna capitis, boom di contagi dai parrucchieri: “Colpa dei tagli di capelli del tipo undercut”. Ecco di cosa si tratta e i sintomi

La tigna, infezione della cute causata da un fungo è tornata a far parlare di sé recentemente in Spagna e Svizzera a causa di un focolaio che sarebbe legato alla cura dei capelli. Un’indagine di alcuni dermatologi spagnoli e una lettera inviata a tutti i parrucchieri del Canton Ticino, in Svizzera, dal medico cantonale Giorgio Merlani, hanno analizzato un focolaio che sarebbe associato ai parrucchieri, con alcune centinaia di casi tra gli adolescenti. La tigna, ha un sapore da malattia di altri tempi, ma in realtà non ci ha mai abbandonato. Un’indagine di alcuni dermatologi spagnoli, riportata da “El País”, ha analizzato un focolaio che sarebbe associato ai parrucchieri, con più di cento casi tra gli adolescenti che si fanno tagliare i capelli sfumandoli o radendoli. Mentre nella missiva, inviata in collaborazione con il Presidente dell’associazione di categoria Coiffure Suisse Ticino, l’Ufficio del medico cantonale mette infatti in guardia i parrucchieri sul rischio d’infezione, invitandoli «a un approccio responsabile» per quanto riguarda l’igiene da tenere nei loro saloni. «Rispettando determinate norme igieniche e misure di disinfezione accurate – viene precisato – potrete contribuire a contenere la diffusione delle micosi cutanee». Causata dal fungo filamentoso Trichophyton tonsurans, questa infezione fungina del cuoio capelluto si manifesta sulla testa attraverso lesioni singole o multiple pruriginose, squamose, crostose e a volte anche dolenti, con perdita locale dei capelli. Ma c’è da preoccuparsi? In Spagna, il sospetto è iniziato un paio di anni fa, tra un gruppo di dermatologi che si sono resi conto di condividere un modello di paziente comune. “Stavamo osservando le infezioni del cuoio capelluto negli adolescenti con l’abitudine di andare dal parrucchiere per radersi. Ma erano solo osservazioni specifiche e abbiamo deciso di raccogliere i casi per definire il quadro clinico, il fungo causativo e il quadro per riconoscerlo, perché a volte può assomigliare a forfora o eczema”, spiega Jorge Romaní, dermatologo dell’Hospital de Granollers (Barcellona) e coautore dello studio, che è in attesa di pubblicazione sulla rivista “Actas Dermo-Sifiliográficas”. È solo “la punta dell’iceberg”, aggiungono i dermatologi svizzeri. Le infezioni, esordisce il dottor Stefano Gilardi, che ha uno studio medico a Locarno, si sono sviluppate essenzialmente nel Sopraceneri, in un paio di saloni. A essere colpiti sono stati alcuni giovani che si sono sottoposti alla tecnica undercut, un tipo di taglio molto incisivo che ha favorito la diffusione di questo fungo. La situazione comunque non è preoccupante: il numero dei pazienti non è infatti stato così elevato, anche perché siamo riusciti a localizzare la fonte e a circoscrivere in tempo l’infezione». L’infezione viene curata con antimicotici orali, ma il trattamento è lungo, da diverse settimane fino a tre mesi e, se non viene rilevata precocemente, c’è il rischio che la malattia progredisca e, oltre a causare dolore e febbre , può portare alla distruzione dei capelli e ad aree con alopecia permanente. Della stessa opinione anche la collega Brigitte Cavegn. «È una malattia infettiva facilmente curabile con una pastiglia antimicotica, ma va curata perché da sola non si risolve», ci spiega la specialista in dermatologia di Mendrisio, precisando di «non averla per ora riscontrata nei suoi pazienti». Molti suoi colleghi, invece, l’hanno diagnosticata più volte «tanto che si può parlare di un aumento dei casi» rispetto al solito. I sintomi della tinea capitis non sono specifici e possono essere tipici anche dell’eczema o della psoriasi. «In caso di dubbio – conclude Cavegn – è però sempre meglio rivolgersi a uno specialista». I ricercatori hanno rivelato che il fungo che ha causato la maggior parte dei casi spagnoli era il Trychophyton tonsurans, il microrganismo responsabile della maggior parte della tinea capitis. Può essere trasmesso da persona a persona per contatto molto diretto o per contatto con superfici o utensili che possono contenere spore del fungo. “Dermatofiti come il Trychophyton tonsurans si nutrono di pelle e se non hanno modo di invaderla, muoiono. Ma le spore possono persistere per giorni. Il nostro sospetto epidemiologico è che il focolaio sia avvenuto nei parrucchieri per cattive abitudini igieniche, ma non lo sappiamo con certezza. Spetterà appurarlo ai servizi sanitari pubblici”, afferma Romaní. Dei 107 casi segnalati, 106 sono uomini. Si tratta di adolescenti con lesioni nella zona del collo, “che è proprio dove la rasatura è più frettolosa”, aggiunge il dermatologo. Gli specialisti, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, avrebbero associato questo aumento dei casi a una moda giovanile per le acconciature il cui mantenimento richiede frequenti visite dal parrucchiere per farsi tagliare i capelli . “Il 20 per cento dei casi ha avuto molta infiammazione, probabilmente perché siccome si contrae con un meccanismo di irritazione, la rasatura, produce più infiammazione”, conclude Romaní.. «Al momento,precisa Coiffure Suisse Ticino l’associazione di categoria,la questione non è preoccupante. Ma abbiamo comunque ritenuto corretto informare tutti i saloni del cantone». Saloni che nella lettera sono inoltre stati invitati a rispettare «norme igieniche» e «misure di disinfezione» accresciute per contenere la diffusione di un fungo le cui spore possono sopravvivere per mesi sulle superfici. Tra le principali contromisure vi è «l’utilizzo di un disinfettante fungicida» per le superfici, per le mani e per tutto il materiale – rasoi, forbici, pettini e spazzole – entrato in contatto con la pelle, i capelli o la forfora. Inoltre viene caldeggiato di non utilizzare né detergenti, che «possono inattivare l’effetto dei disinfettanti», né asciugacapelli per pulire le superfici in quanto «potrebbero diffondere gli agenti patogeni».

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